La storia di una relazione a contatto con la diversità. Un rapporto nato da una foto, un passaggio su facebook ed Erika che aveva già intenzione di allargare il numero di componenti a 4zampe nella sua famiglia, si innamora a prima vista di Samir,
“Lo vidi, un salsicciotto bianco con un orecchio tutto nero, non lessi subito la descrizione ma immediatamente capii che lui doveva entrare in famiglia” racconta Erika.
La sua vita era già arricchita dalla presenza di Terry, un incrocio segugio, ma cresceva in lei l’idea di inserire un nuovo elemento in famiglia, un molosso, compatibile col suo primo cane.
Conciliare il desiderio del secondo peloso nel pieno rispetto del benessere del primo, già presente in famiglia, è un’operazione da condursi con cautela affinché la futura convivenza sia equilibrata e serena.
Nonostante il colpo di fulmine con Samir, Erika fece trascorrere qualche giorno prima di contattare la volontaria di El Alma de Dogo Argentino, l’associazione che aveva diffuso l’appello per la sua adozione.
Espletate le pratiche pre-affido arrivò finalmente il giorno fatidico, “il giorno in cui, con mia mamma, andammo a prendere Samir, il mio primo Dogo Argentino sordo… Me lo ricordo bene, dormiva ancora nel suo recinto era un fagiolino bianco di poco più di 60 giorni…”
Comincia una nuova vita insieme non senza difficoltà perché interagire con un cane sordo e entrare nel suo mondo è certamente più complicato.
Con impegno ed umiltà Erika è riuscita a farsi strada in questo mondo diverso, concentrandosi sui dettagli e resettando il bisogno, tutto umano, di parlare.
Nelle parole di Erika la soddisfazione di aver trovato un valido canale di comunicazione.
“Oggi Samir è un Dogo Argentino di quasi 3 anni felice, spensierato, a volte un po’ burbero e troppo tranquillo ma perfetto per la nostra grande famiglia”.
L’avventura continua ed Erika si ritrova in casa un secondo dogo, Zola una cucciola in cerca di adozione, anche lei sorda.
“Galeotto fu lo stallo” offerto da Erika in attesa di una adozione definitiva per la piccola Zola, che ad appena 3 mesi aveva già fatto un cambio di casa.
Era in adozione, ma i suoi adottanti non avevano fatto i conti con le esigenze di un cucciolo di tre mesi e con la disabilità della sordità.
L’arrivo di Zola portò con se un po’ di disorientamento. Samir non si mostrò molto felice di avere un’estranea e Zola cercava solo un posto in cui nascondersi e riposare.
Per Zola, Erika creò una cuccia fatta con un tavolino, un telo e una coperta dove la piccola potesse rifugiarsi.
Pian piano gli atteggiamenti di Zola di modificarono, da rifugiata nella sua tana, si trasformo in esploratrice notturna a distruttrice di mobili, porte. E nonostante tutto la convinzione e la volontà di tenere Zola in famiglia.
Pazienza, determinazione e il tanto impegno, hanno portato alla costruzione di una relazione appagante.
Zola oggi ha 9 mesi, è un cane perfettamente normale, è felice… i suoi occhi brillano, sono vivi!
Trovarsi di fronte ad un cane disabile fa riflettere perché mentre noi ci immedesimiamo nell’animale che stiamo guardando e pensiamo “poverino” lui, il cane, pensa che in quel momento non riesce a fare una determinata azione e studia il modo alternativo per raggiungere il suo obiettivo.
Mentre noi mostriamo “pietà”, il cane non si dispiace per quello che gli è accaduto e lotta e si impegna ogni giorno per tornare alla sua “normalità” senza guardare agli altri in modo diverso.
Vivere accanto a un cane disabile può aiutarci a conoscerla e a confrontarci con una realtà che non è né inferiore né limitata, ma semplicemente diversa.
© 2017, Rosanna Capano. Riproduzione Riservata