E’ arrivato all’Asilo del Cane di Palazzolo Milanese in condizioni pietose, con le orecchie malate e una leishmania grave, tanto che, per come appariva, dimostrava il doppio dei suoi 7 anni. I volontari hanno conosciuto Vasco così, pesto e sconfitto, e forse mai avrebbero sperato di vederlo rifiorire in così poco tempo e in un modo così totale.
D’altra parte, la sua storia non è certo delle più felici e comincia dall’Abruzzo, dove, dopo la morte del suo padrone, viveva in un serraglio molto piccolo, che non gli permetteva tanti movimenti e certamente non giovava alla sua salute.
Da qui Diana, una volontaria del posto, ha chiesto aiuto a Marzia, volontaria all’Asilo del Cane, la quale l’ha accolto e si è trovata davanti un animale spaventato e malridotto.
Ma, nonostante la sua brutta e triste avventura di abbandono e solitudine, Vasco non era, neppure all’inizio, un cane aggressivo o arrabbiato, anzi, ha saputo conquistare tutti i volontari della onlus con la sua dolcezza e i suoi grandi occhi buoni.
Ciò che lo faceva sembrare ancora più malridotto di quanto non fosse non era solo la malattia, ma anche, e forse soprattutto, la mancanza di amore.
A questo hanno sopperito tutti i volontari, ma soprattutto Daniele, che ogni sera si recava da lui e che se l’è preso sotto la sua ala protettiva fino alla fine, ovvero fino a quando si sono aperte le vie dell’adozione, e quindi di una nuova vita circondato dal calore di una famiglia.
Quando abbiamo chiesto a Daniele come trascorreva il tempo insieme a Vasco, e cosa gli ha giovato a tal punto da farlo tornare a nuova vita, lui è stato molto chiaro “E’ stato Vasco a salvare me, ad adottarmi e a volermi bene in un momento molto difficile e triste della mia vita”.
Daniele aveva perso un cane, Bart, al quale era molto affezionato, ormai da anni, e, anche se quando è morto era un vecchietto di 16 anni, il vuoto lasciato pareva incolmabile. Ed è proprio in questo vuoto che si è insinuato Vasco, “un colosso buono, il mio Dino, enorme ed affettuoso come il dinosauro di Fred Flinstones” che, quando vedeva Daniele, gli saltava addosso, lo leccava, lo avvolgeva della sua esuberanza e del suo amore incondizionato.
A conquistare tutti i volontari dell’Asilo del Cane è stato proprio il carattere di Vasco, un cane che, nonostante la sua brutta esperienza, non ha mai perso fiducia nei confronti delle persone e della vita. Altrimenti come si spiega la sua esigenza, anche quando usciva per una passeggiata, di camminare sempre a fianco di Daniele, senza mai allontanarsi da lui?
“Era come se volesse dirmi: sono stato solo anche troppo, ora voglio la tua compagnia, voglio essere considerato, amato e accudito”, ha ancora raccontato Daniele.
Ora Vasco è stato adottato da Maurizio, un ragazzo che non si è fatto intimorire dalla stazza del cane e che, senza pensarci troppo, ha deciso di portarselo a casa e dovunque lui decida di andare.
Si tratta sicuramente di una bella storia, commovente e toccante, e lo è ancor di più grazie al suo lieto, lietissimo fine.
Ma, se vogliamo, una morale c’è: nei canili ci sono tanti cani, grandi, piccoli, giovani, vecchi, ma, quando si decide di adottarne uno, occorre andare al di là delle apparenze. Non sempre, anzi, quasi mai, la stazza corrisponde ad un carattere tranquillo, anzi, generalmente è inversamente proporzionale. Cane piccolo non equivale a cane mansueto, e anche la grandezza della casa che lo ospiterà è relativamente importante. La convinzione che un cane, più è grande più ha bisogno di spazio, è errata. Vogliamo scommettere che, alla gabbia di un canile, qualsiasi animale preferirebbe una casa, anche se piccola?
Vasco ha trovato una nuova famiglia grazie ad una persona che ha saputo guardare oltre, e che ha intuito come proprio lui, quel cane enorme, era quello giusto. Per carattere, per indole, i due ora vivono d’amore e d’accordo e mai la vita potrebbe essere più felice.
Vera MORETTI
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