La ricerca scientifica si avvale, ancora oggi, dell’utilizzo di animali che, all’interno dei lavoratori, vengono sottoposti a test dolorosi, sulla cui valenza si nutrono forti dubbi.
Tra questi, ci sono anche 500 cani ancora rinchiusi in qualche laboratorio, che sicuramente non se la passano bene e, anzi, a volte muoiono a causa delle conseguenze atroci derivate dai test.
Sapere, poi, che si tratta di morti inutili, poiché nel 95% dei casi i testi sugli animali non superano le prove cliniche per gli esseri umani, fa capire l’assurdità di questo genere di sperimentazioni, confermate dal fatto che si sta arrivando ad utilizzare sempre più spesso metodi alternativi alla sperimentazione animale.
A questo proposito, l’Unione europea stanzia 70 miliardi di euro per questi metodi sperimentali, e la sola Germania 50 milioni. L’Italia è ancora troppo lontana da queste cifre, ed è fanalino di cosa con soli 500 mila euro stanziati.
Per sensibilizzare circa queste procedure, sabato 1 e domenica 2 aprile Lav si troverà nelle piazze italiane con le sue uova di Pasqua solidali e banchetti informativi in cui verranno raccolte firme “per chiedere al Governo di destinare il 50% dei fondi per la ricerca allo sviluppo dei metodi sostitutivi“, come hanno fatto sapere da LAV.
Inoltre, Michaela Kuan, biologa responsabile Lav area Ricerca senza animali, ha dichiarato: “Salvare gli animali migliora la ricerca. Per questa ragione Lav negli ultimi anni ha finanziato con migliaia di euro progetti sperimentali che non impiegano animali, contribuendo a sostenere anche economicamente una scienza giusta, in proporzione più di quanto faccia attualmente lo Stato italiano”.
Il problema, ovviamente non riguarda solo i cani, poiché ogni anno nei laboratori italiani vengono usati 485.820 topi, 129.446 ratti, 7.059 conigli, 29.073 uccelli, quasi 450 macachi.
Vera MORETTI
© 2017, Mondofido. Riproduzione Riservata