Andare al canile e innamorarsi di un cane, desiderarlo talmente tanto da non sognare altro che di portarlo a casa, e poi, una volta avveratosi il sogno, rendersi conto che non era proprio come ci si immaginava, che tutto è molto più complicato di quanto sembrasse.
Come si fa ad evitare che ciò accada e, soprattutto, che il cane adottato non torni indietro?
Gli educatori e i volontari dei canili sono presenti proprio per vegliare sugli ospiti a quattro zampe e capire quale “abbinamento” può andare meglio, quindi a quale eventuale padrone affidare quel particolare cane.
Ma, certamente, il canile in sé non è il luogo che permette a cane e adottante di conoscersi bene, o comunque non del tutto.
A questo ha pensato Elisa Graziosi, una educatrice canina attiva in tre diversi canili della provincia di Bologna, che ha dato vita ad un nuovo e stimolante progetto, chiamato Educanilando. Di cosa si tratta? L’abbiamo chiesto direttamente a lei, che ce ne ha parlato con entusiasmo e ottimismo, poiché sta già dando i suoi preziosi frutti.
Una volta alla settimana, e precisamente ogni mercoledì, alcuni cani del canile di Calderara di Reno, hanno l’opportunità di uscire e trascorrere un’ora in un campo immerso nella campagna bolognese, e fortunatamente a pochi minuti di macchina dal posto di partenza, insieme ad un volontario a loro abbinato.
“Ad ogni cane viene abbinato un volontario, che sarà sempre lo stesso per tutte le uscite previste, e che sappiamo possa assisterlo al meglio per indole e capacità”, ci ha spiegato Elisa, sempre presente durante queste uscite, che vengono utilizzate anche per instaurare un rapporto più forte tra volontari e portare ai cani un’ondata di serenità difficile da trovare in canile.
“Durante i primi incontri eravamo tanti, ne approfittavamo per fare il punto della situazione con i nostri volontari, e i cani, vedendoci parlare con calma, in cerchio, seduti sull’erba, si tranquillizzavano a loro volta, poiché capivano di trovarsi in una situazione di riposo e di svago”.
Poi, quando il progetto ha cominciato a prendere piede, si è evoluto ed ora viene dato spazio anche agli adottanti, che partecipano insieme al cane che vogliono adottare, cominciando così a condividere momenti di forte unione. Ma attenzione, non si tratta semplicemente di fare una passeggiata all’aria aperta, Educanilando non è un corso di sgambamento, ma molto di più.
Protagonisti sono cani vissuti in canile, che devono imparare le regole base di comportamento e di socializzazione. Attraverso attività ludiche, imparano a salire e scendere dall’auto, a passare dalle porte, a riconoscere l’adulto che li sta conducendo. Insomma, viene loro insegnata una nuova vita, quella che i loro fortunati simili da sempre abituati ad una famiglia trascorrono quotidianamente.
Ma non solo. A volte partecipano al progetto anche coloro che hanno già adottato e che, per i primi tempi, devono risolvere alcune criticità. In questo modo, esiste un anello di congiunzione tra l’assistenza pre e post affido e l’adozione vera e propria. I nuovi padroni non si sentono soli e, anzi, partecipando a questi incontri, fanno un ulteriore passo avanti nella conoscenza del loro nuovo amico quadrupede.
Considerando, dunque, l’evoluzione che ha avuto Educanilando, ora le uscite coinvolgono quattro, al massimo cinque cani alla volta, e i turni sono diventati due.
Elisa ci ha raccontato due storie particolari, di alcuni partecipanti ai prossimi incontri: “Una coppia ha scelto di adottare un cane fobico, che arriva da una terribile esperienza di sequestro proveniente dal canile di Trani. Per rendere l’adozione più agevole, è stato proposto loro di adottare anche un secondo cane, che potrà aiutare quello problematico a combattere le sue paure. Loro hanno accettato e oggi parteciperanno all’incontro separati. Uno dei due uscirà con il secondo cane e l’altro rimarrà in canile con quello più problematico, standogli accanto e facendosi conoscere”.
L’altra storia riguarda un’altra coppia “che ha già due cani, un maschio un po’ litigioso, e una femmina di qualche anno ormai, ma adotteranno anche un meticcio spinone molto bello. I tre dovranno imparare a conoscersi, accettarsi e socializzare”.
Se, dunque, inizialmente il progetto voleva essere un premio per i volontari più veterani e per i cani chiusi in canile da più tempo, ora sta crescendo e diventando un punto di riferimento per tutti i partecipanti, a cominciare dai cani, ma anche per i volontari e gli adottanti.
Vera MORETTI
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