Ogni padrone è abituato a parlare con il suo cane ma non è così ovvio che lui, pur guardando il suo amico umano con interesse, capisca ciò che gli viene detto.
Questo perché i nostri modi di comunicare sono del tutto differenti.
Cosa sta alla base, dunque, di una corretta comunicazione cane-padrone? Gli esperti non hanno dubbi: è l’osservazione. Ma, mentre lui, il cane, osserva noi quasi 24 ore su 24, noi facciamo lo stesso? E’ molto importante, affinché la comunicazione avvenga nel modo più giusto e permetta a Fido di capire meglio le nostre intenzioni, interagire con lui, per fargli sentire che siamo lì per lui e che vogliamo stabilire una forte connessione.
D’altra parte, il cane impara a conoscerci osservando i nostri gesti, la postura, ma anche ascoltando le modulazioni della voce e “annusandoci”, per capire come stiamo noi, e se abbiamo bisogno di aiuto.
Noi “umani” certo non facciamo caso a tutte queste sfumature, perché abbiamo la parola che ci supporta in qualsiasi situazione, dunque lo studio dei gesti, dei movimenti e degli sguardi spesso neppure ci sfiora!
Cominciando a lavorare sulla comunicazione non verbale, si potrebbe porre l’attenzione su come si comporta, ad esempio, su ciò che si fa per mascherare l’ansia.
E’ ora di andare al lavoro, il cane deve necessariamente rimanere a casa , da solo, e il suo padrone cosa fa? Pensando di agire per il suo bene, lo saluta con moine, coccole, rassicurazioni, senza accorgersi che in questo modo contribuisce solo ad aumentare la sua ansia, perché è ovvio che, tergiversando ed allungando il tempo dell’uscita di casa, è proprio lui, il padrone, ad essere ansioso…
Per questo motivo, occorre invece mostrarsi fermi, ma anche positivi, e rassicurare così il cane che, sentendosi sicuro, non dubiterà del fatto che il suo padrone ritornerà appena potrà. E in questo modo il distacco sarà non solo meno traumatico, ma sempre più semplice e sereno.
Vera MORETTI
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