Riley, un cucciolo di Weimaraner, e’ stato “assunto” come nuovo impiegato con il ruolo di “conservatore a quattro zampe”, ha 12 settimane ed un fiuto molto speciale, verrà infatti addestrato specificamente nella lotta agli insetti che potrebbero danneggiare le collezioni.
L’ impiegato lavora al Museum of Fine Arts di Boston, nel Massachusetts (Stati Uniti), probabilmente il primo cane al mondo a essere assunto da un museo per collaborare alla corretta conservazione delle opere d’arte.
“E’ un progetto pilota, un esperimento”, ha detto la vice direttrice Katie Getchell al lancio dell’inconsueta iniziativa fondata sul fatto che nessuna tecnologia e’ potente quanto l’olfatto canino.
Un olfatto prodigioso
Il prodigioso “naso” dei cani, da secoli abituati a vivere in un mondo fatto soprattutto di odori, ha trovato di recente molteplici applicazioni tra cui la diagnosi precoce di alcuni tumori.
Secondo Pepe Peruyero, padrone dell’agenzia di addestramento dei cani Pepedogs, il piano del Museum of Fine Arts è assolutamente plausibile: Pepedogs ha addestrato cani a identificare uova di tartarughe marine sepolte sotto un metro di sabbia e trovare larve sui campi di golf sei mesi prima che si schiudano e distruggano l’erba.
Mai però finora le narici del miglior amico dell’uomo erano state impiegate in un museo: a proteggere da infestazioni opere come il prezioso trittico ligneo attribuito a Duccio e bottega, la Madonna delle Nuvole di Donatello e oltre 27 mila tessuti, tra ricami a piccolo punti dei primi coloni americani agli arazzi europei, tappeti orientali e capi di alta moda.
Quello di Riley è un esperimento, ma se il sistema funzionasse in futuro potrebbe essere adottato da musei e altre istituzioni per preservare i loro patrimoni artistici e culturali.
Un talento speciale
Il Weimaraner, un bracco con un talento speciale per la caccia, è già ampiamente usato come cane guida, nella lotta al narcotraffico e come cane poliziotto.
L’idea di farne un dipendente del Museum of Fine Arts e’ venuta quando Nicki Luongo, la responsabile del museo per i servizi di custodia, che ha preso in casa Riley come “pet” per la sua famiglia. Luongo per hobby addestra cani poliziotto ed è stato solo naturale immaginare l’impiego del cucciolo nelle gallerie per individuare gli insetti che amano mangiare legni e tessuti.
Il museo ha già in piedi contromisure per proteggere i suoi capolavori da infestazioni – ad esempio viene istituita una quarantena per nuove opere prima che vengano esposte al pubblico – ma non c’e’ difesa che tenga dalle tarme potenzialmente portate dal cappotto di uno visitatori o da altri tipi di insetti attratti dagli odori delle cucine.
L’addestramento per far riconoscere ai cani gli odori non è molto diverso da quello per insegnargli a sedere, dare la zampa o abbaiare a comando. Il meccanismo funziona per ricompense: quando il cane associa un certo odore col ricevimento di una ricompensa è incentivato a trovarlo e a segnalarlo per ottenere qualcosa in cambio.
Fonte Ansa
Alessandra Curreli
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