L’ infezione da Parvovirus canino (Parvovirosi) è una malattia gastrointestinale particolarmente grave, comparsa intorno agli anni 1977-1978 e presente in tutto il mondo. Colpisce in modo particolare i cuccioli di cane.
Alcune razze sembrano più predisposte, come il Dobermann, il Pastore Tedesco, il Bassotto, il Pit Bull, il Rottweiler, il Labrador Retriever.
La causa della diffusione di questa malattia è il contatto con le feci di animali infetti o con materiale contaminato. Anche l’uomo può veicolare il virus nell’ambiente e provocare la sua diffusione.
I principali sintomi della Parvovirosi del cane sono gastroenterite emorragica (diarrea maleodorante, vomito continuo e molto schiumoso), abbattimento, tachicardia, apatia, espressioni di dolore.
Altri gravi sintomi sono anoressia (patologia caratterizzata dalla perdita dell’appetito) e disidratazione.
La sindrome gastroenterica si sviluppa in modi differenti, pertanto bisogna rivolgersi al veterinario, che effettuerà il Parvo-Test per gli opportuni accertamenti e per la conferma della diagnosi.
Altri controlli vengono effettuati con esame microscopico delle feci ed esame emocromocitometrico (esame del sangue) e verrà evidenziata la leucopenia, ovvero anomala riduzione dei globuli bianchi o leucociti.
Il veterinario può consigliare la radiografia addominale, poichè i sintomi gastrointestinali potrebbero essere dovuti alla presenza di un corpo estraneo.
Dopo circa 2 – 5 giorni il cucciolo può morire a causa di questa grave malattia, ma può anche superare positivamente questa fase grazie alle opportune terapie. Importante è la tempestività del proprietario nel recarsi dal veterinario.
La Parvovirosi viene curata con trasfusioni endovenose (EV), con farmaci antiemetici per il vomito, antidiarroici e con una corretta alimentazione. Per prevenire infezioni batteriche si utilizzano gli antibiotici.
Per quanto riguarda la profilassi ambientale, bisogna disinfettare con regolarità i locali con candeggina.
Un corretto programma di vaccinazione, con l’ausilio del veterinario, aiuta a prevenire l’insorgere della malattia. La vaccinazione può essere effettuata circa all’ottava settimana di vita.
In questa delicata fase è opportuno che il cucciolo non sia a contatto con altri animali infetti .
Dal punto di vista dell’alimentazione e per lo sviluppo degli anticorpi è fondamentale l’assunzione del colostro (liquido giallastro secreto dalle mammelle subito dopo il parto).
Nella fase della cura della malattia è importante lasciare a riposo l’intestino e riprendere una corretta dieta alimentare in tempi lunghi.
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