La Colibacillosi è una malattia batterica ad oggi poco conosciuta pur essendo pericolosa che riguarda soprattutto i cuccioli di cani, gatti, vitelli e agnelli. Può contagiare anche gli animali anziani.
Il batterio della Colibacillosi è denominato “Escherichia Coli” e si sviluppa nell’intestino degli animali e delle persone.
Generalmente è utile e rimane insieme ad altri batteri di differenti specie, ma se si modifica la proliferazione, può causare seri rischi per la salute delle persone e degli animali.
Se lo stato ambientale non è idoneo oppure se il sistema immunitario del cane è debilitato, lo sviluppo della Colibacillosi provoca seri problemi.
La trasmissione della malattia avviene poco dopo il parto, quando i cuccioli si nutrono dalle mammelle della madre che possono essere infiammate.
Se non assumono il colostro (liquido bianco giallastro ricco di sostanze nutritive che permette alla madre di trasmettere le proprie difese immunitarie al feto), i cuccioli possono rimanere colpiti dai batteri .
Altro veicolo di trasmissione è rappresentato dall’ingestione delle feci della madre o di un altro animale che possono possono contenere elevato numero di batteri.
Il particolare momento di stress della mamma può contribuire a debilitarla fisicamente favorendo la patologia; i batteri si diffondono nel sangue, producono una tossina (sostanza dannosa prodotta da un organismo animale, vegetale o microbico) chiamata Colitossina, con probabile infezione (setticemia).
I sintomi sono vari; disidratazione, depressione, mancanza di appetito, tachicardia, letargia, diarrea, febbre e successivamente pelle fredda ( con minor temperatura corporea rispetto a quella normale), mucose bluastre; in certi casi i sintomi sono fatali.
Dopo i primi segnali d’allarme bisogna portare subito il cane dal veterinario il quale, grazie alla flebo, farà ristabilire i liquidi e i sali minerali e somministrerà gli antibiotici.
La diagnosi della Colibacillosi si esegue con elaborati esami del sangue, urine e feci; la prevenzione è possibile e consiste nella cura degli ambienti da parte del proprietario (il battere non è molto resistente nell’ambiente esterno), togliere le deiezioni e periodiche visite dal veterinario.
Nei casi particolari è consigliato l’allattamento artificiale.
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