Il cimurro è una malattia estremamente contagiosa che riguarda il cane, la volpe, il lupo, il furetto.
Si diffonde attraverso le secrezioni oculari, nasali o da contatto con materiale infetto, generalmente nelle zone umide e nelle stagioni invernali.
Riguarda soprattutto i cuccioli dai 3 mesi a 1 anno, ma anche i cani adulti.
La trasmissione aerea del cimurro passa per le vie respiratorie, nei tessuti organici e cerebrali.
La diffusione del virus nell’organismo attraverso i linfociti (globuli bianchi) è sempre accompagnata da una immunosoppressione, ovvero inibisce il sistema immunitario.
I primi sintomi della malattia sono febbre alta, depressione, anoressia, fotofobia (eccessiva sensibilità alla luce causata da infezioni oculari), scoli nasali e oculari, vomito, diarrea, tosse con catarro, segnali di laringite, bronchite e broncopolmonite.
In seguito si manifestano sintomi legati al sistema nervoso: paralisi flaccida (priva di tonicità) degli arti, tremori, convulsioni, danni al sistema nervoso centrale o periferico, crisi epilettiche.
Si possono inoltre verificare ipercheratosi (aumento di spessore dello strato corneo (più superficiale e resistente) dell’epidermide del tartufo e dei cuscinetti plantari .
Nel giro di qualche settimana, i cuccioli che hanno perso la protezione anticorpale materna sono più soggetti a un decorso fatale della malattia; i cani che riescono a superarla possono avere lesioni permanenti.
La diagnosi viene eseguita con l’esame emocromocitometrico (esame del sangue che calcola il numero dei globuli rossi, bianchi, piastrine), la sierologia e l’esame del liquido cerebrospinale.
Attualmente non esistono farmaci che possano sconfiggere il virus.
Le terapie utilizzate per il cimurro mirano alla cura dei sintomi.
Il veterinario effettua trasfusioni, somministra antibiotici per ridurre il rischio di insorgenza di altre infezioni e la flebo viene utilizzata per il dimagrimento e la disidratazione.
La profilassi medica riguarda la vaccinazione e il richiamo annuale.
Evidenziando che una vaccinazione effettuata troppo precocemente e non richiamata, oppure una scorretta conservazione del vaccino può compromettere la copertura per la malattia.
La profilassi sanitaria riguarda la pulizia giornaliera dei locali con candeggina.
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