Il cane è definito un animale “plastico”, sia perché è l’unico animale che ha una simile varietà di razze e dimensioni, sia perché riesce a farsi addomesticare.
Se si pensa che originariamente era un lupo, schivo e solitario, e che è diventato negli anni il migliore amico dell’uomo, si capisce che i progressi e i cambiamenti sono stati tanti.
A questo proposito, è stato pubblicato uslla rivista Scientific Report, uno studio condotto da Per Jensen, della Linköping University, che sostiene come tra i geni responsabili di questa plasticità ce ne siano alcuni che negli esseri umani sono correlati con due disturbi psichiatrici: il disturbo ossessivo-compulsivo e l’autismo.
La scoperta è stata fatta sottoponendo ad un test 437 cani, che dovevano aprire tre contenitori di cibo. Due dei contenitori potevano essere aperti facilmente, mentre il terzo era chiuso in modo che solo un essere umano avrebbe potuto aprirlo. L’idea era di verificare se i cani, di fronte alla difficoltà, avrebbero cercato l’aiuto degli esseri umani o se avrebbero continuato a provarci da soli.
Nella maggior parte dei casi, hanno chiesto l’aiuto di una persona.
Sulla base dei risultati di questo primo test, Jensen e colleghi hanno preso i 95 cani più socievoli e i 95 più indipendenti, e hanno sequenziato il loro genoma. Dal confronto dei campioni di DNA, gli autori hanno scoperto due regioni genomiche associate al desiderio di contatto e comunicazione con gli esseri umani.
Queste regioni di DNA contengono cinque geni che recenti ricerche hanno correlato ad alcuni disturbi mentali, compreso il disturbo ossessivo compulsivo e i disturbi dello spettro autistico.
Trattandosi di disturbi molto complessi, ciò non significa necessariamente che i cani possano manifestare gli stessi sintomi degli esseri umani, o che si possano definire facili analogie, ma di sicuro questi risultati contribuiscono ad avere una comprensione più approfondita della base genetica della socievolezza canina e dei comportamenti comunicativi cane-essere umano, nonché del processo di domesticazione.
Senza sottovalutare che i cani potrebbero dunque essere utili come modelli animali per verificare alcune caratteristiche del comportamento sociale umano e nello specifico di alcuni disturbi.
Vera MORETTI
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