Diversi studi scientifici hanno ormai dimostrato che la Pet Therapy, la terapia “dolce”, che utilizza l’interazione uomo-animale è un efficace strumento per integrare, rafforzare e coadiuvare le tradizionali terapie di cura. Il suo campo di azione può riguardare differenti patologie con obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo del paziente.
Pur senza addentrarci nella lettura di relazioni scientifiche, l’esperienza quotidiana ci fa percepire che il contatto con un animale domestico come il cane ad esempio, può aiutare nel soddisfare alcuni bisogni, condizione necessaria per mantenere un buon equilibrio psicofisico. E Attraverso le Attività Assistite dagli Animali è possibile migliorare la qualità della vita di bambini e anziani perché un animale come il cane rappresenta un importante fonte di sostegno sociale.
Da queste importanti considerazioni sempre con maggiore frequenza si parla della possibilità di far accedere i cani negli ospedali a supporto di alcune tipologie di malati. A Torino nel Centro Clinico NeMo di Arenzano è partita una prima fase sperimentale di “ConFido: quattro zampe in corsia”: cani come “medicina” per i malati di SLA.
Un progetto cui hanno partecipato 25 pazienti, di cui 22 affetti da sclerosi laterale amiotrofica e 3 da neuropatia. La sperimentazione ha avuto luogo nell’arco di tempo tra il 5 settembre 2016 e il 4 gennaio 2017.
I risultati verranno presentati in dicembre a Boston, al prossimo congresso mondiale sulla sclerosi laterale amiotrofica, ma già al termine dell’esperimento è emerso che la Pet Therapy è in grado di dare benefici fisici e psicologici al malao di SLA e al suo nucleo familiare.
Il punto di forza del lavoro svolto nella sperimentazione, come indicato da Alberto Fontana Presidente Centro Clinico NeMo, è che “L’attenzione si sposta dalle persone coinvolte dal limite che la malattia impone, al divertimento dell’attività sviluppata”.
L’intento è estendere questo progetto negli ospedali torinesi dove da anni sono già attivi altri progetti di pet therapy. Il primo, sette anni fa, attivato al Regina Margherita e da circa un anno e mezzo esteso anche alle Molinette e CTO.
Ci auguriamo che il progetto si estenda anche ai vari ospedali in Italia per offrire ai bambini ed adulti ricoverati la possibilità di “guarire” anche con il supporto del cane, magari il proprio cane.
© 2017, Rosanna Capano. Riproduzione Riservata