Non si spengono le voci che vogliono difendere la memoria di Angelo, cane barbaramente torturato ed ucciso a Sangineto da quattro balordi.
E non si spengono neppure i riflettori, poiché sono andati sul posto, interrogando gli abitanti della cittadina, sia una troupe della Rai sia una delle Iene, e molto presto i media e i social network scriveranno un nuovo capitolo di questa raccapricciante vicenda, poiché sabato 26 novembre è prevista una manifestazione proprio a Sangineto, da dove è cominciato tutto.
Il motivo che ha portato all’organizzazione di questa manifestazione, per la quale si prevedono pullman da tutta Italia, è semplice: un immediato inasprimento delle pene nei confronti di chi maltratta ed uccide gli animali, in vista del processo che partirà a gennaio.
A sostegno di Angelo è anche Pietro Grasso, presidente del Senato, il quale ha scritto, in un documento che verrà letto durante la manifestazione: “desidero dare un personale contributo a questa interessante iniziativa che richiama l’attenzione sui diritti degli animali, sui nostri doveri e sulle nostre responsabilità verso di loro” . Ha aggiunto, inoltre, come la tutela degli animali “sia una questione di rilevante interesse nazionale che richiede un approccio multidisciplinare ed un’assunzione di responsabilità da parte di tutta la società in ogni sua componente: etica, sociale, economica ed istituzionale”.
Stefano Fuccelli, presidente del Partito Animalista Europeo, ha commentato questa presa di posizione in modo ovviamente positivo, apprezzando in particolare l’accento che Grasso ha messo sull’importanza dell’attivismo e le battaglie del movimento animalista per promuovere una cultura del rispetto e della cura degli animali, contribuendo così alla salvaguardia dei loro diritti.
Fuccelli ha poi voluto aggiungere che la manifestazione non ha l’obiettivo di distruggere un paese e i suoi abitanti, ma puntare il dito esclusivamente sui quattro assassini di Angelo “ed a tutti coloro che li difendono avallando, minimizzando o giustificando il loro operato e non a coloro che ne hanno preso le distanze. La mobilitazione di massa è necessaria per mantenere elevata la tensione, altrimenti non se ne sarebbe più parlato visto comunque che gli assassini sono stati non solo individuati ma anche denunciati e con i tempi biblici della nostra giustizia chissà tra quanti anni vedremo la sentenza sempre se non interviene la prescrizione e comunque anche con il massimo della pena non varcheranno mai la soglia del carcere. Vorremmo che i rappresentanti della comunità di Sangineto scendessero in piazza a manifestare al nostro fianco sventolando striscioni e cartelli di condanna con i 4 nomi degli assassini, sarebbe un gesto da noi gradito”.
Vera MORETTI
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