Ricorderete tutti il tragico episodio del cane Angelo barbaramente assassinato a Sangineto (CS) il 25 giugno 2016 da quattro “ragazzi” del posto che per passare il tempo decisero di legare un povero randagio ad un albero e colpirlo a morte con un badile.
L’indignazione levatasi da tutta Italia, ha impedito che questo episodio finisse nel dimenticatoio come tanti altri. Sui social si sono moltiplicate le iniziative per diffondere la notizia, la pagina facebook de L’Urlo di Angelo ha raggiunto in pochi giorni oltre 76.000 fans che hanno fatto da cassa di risonanza della tragedia fino a portarla all’attenzione dei media Nazionali.
La trasmissione de Le Iene ha dedicato ben due puntate per raccontare l’episodio, mettendo in luce l’atteggiamento omertoso dell’intero paese di Sangineto che, invece di condannare i quattro assassini, si è stretto attorno a loro minimizzando la gravità del gesto. Emblematiche le parole di un abitante del luogo “è solo un cane“, così come le immagini del prete che fugge come una “pecorella smarrita” d’avanti al microfono dell’inviata Nina Palmieri.
Fortunatamente la giustizia sta proseguendo il suo corso ed è notizia di questi giorni che il processo ci sarà. La prima udienza è stata fissata per il giorno 27 aprile 2017 presso il Tribunale di Paola.
Da più parti sono state organizzate petizioni e raccolte di firme per un inasprimento delle pene per questa tipologia di reato. Per il momento però la legge prevede una sanzione fino a 30.000 euro o una pena detentiva sino ai 12 mesi. Quella lettera “o” purtroppo dovrebbe essere almeno una “e”. Quello in cui noi speriamo è che venga dato un esempio, che si ribadisca ancora una volta la sacralità della vita, di tutte le vite!
Anche noi ci uniamo all’Urlo di Angelo che da tutta Italia si leva e chiede giustizia per chi non ha voce per farlo!
Ottavio Bardari
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