La storia è finita nel modo in cui ci si aspettava: con la giustizia che trionfa.
Se n’era parlato tanto, in queste settimane, del fatto scandaloso riguardante una signora cieca che, ansiosa di recarsi in vacanza con il suo fidato ed amato cane guida, si era vista negare la prenotazione da un hotel di Rimini perché nella struttura non venivano accettati animali.
Inutile, per la signora, fare presente che il cane le era indispensabile, che senza non avrebbe mai potuto avere la libertà di muoversi in autonomia e di godersi la vacanza. Le porte del St. Gregory Park le sono state chiuse in faccia senza possibilità di contrattazione.
Il gestore dell’hotel non aveva cambiato la sua decisione neppure a seguito del sit-in organizzato dall’associazione Blindsight, con la partecipazione di una trentina di persone non vedenti e ipovedenti insieme ai loro cani, anzi, aveva ribadito che il suo albergo, essendo al 100% pet free, non avrebbe accolto al suo interno alcun animale.
Ma l’epilogo è stato amaro, per l’albergatore, poiché gli è stata recapitata una multa di 883 euro. Perché? Semplice: l’hotel ha infranto una legge, quella che ammette in qualsiasi locale pubblico, strutture alberghiere comprese, l’ingresso di cani guida per ciechi.
Oltre alla multa, però, siamo sicuri che l’immagine del St. Gregory Park, un quattro stelle vicino al mare, ne sia uscita piuttosto malconcia. Ma, d’altra parte, non ce ne stupiamo: quando non si rispettano le leggi, e per di più si lede la dignità di una persona, è giusto pagare per i propri misfatti.
Vera MORETTI
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