La baracca degli orrori
Nel comune di San Michele di Serino, in provincia di Avellino, la ANPANA (Associazione Nazionale Protezione Animali Natura e Ambiente) ha denunciato un episodio di barbarie che rasenta i limiti dell’orrore: è stato infatti scoperto un casolare, in cui decine di cani erano stati picchiati e murati vivi, lasciando loro solo un’apertura all’altezza della bocca per poterli nutrire. La decisione di murarli era un modo per assicurarsi che non sarebbero scappati da quel posto. Questo non è un caso isolato: ricordiamo il caso dei cani murati vivi a Sarajevo, in Bosnia, per combattere il problema del randagismo. Eppure ogni volta c’è da chiedersi fin dove può arrivare la crudeltà umana nel concepire i maltrattamenti su cani.
Il ritrovamento
L’episodio che ha permesso la scoperta di questi maltrattamenti su cani, è stato altrettanto sconvolgente: qualcuno ha barbaramente bastonato un cane, lasciandolo sanguinante e agonizzante per terra. Non contento, poi, ha condotto altri 12 cani, dopo averli picchiati con mazze da baseball, nel seminterrato di una baracca, dove li ha murati vivi. Il proprietario del fondo aveva dato il suo permesso affinché esso fosse usato per custodire gli animali, che avrebbero dovuto essere “accuditi” dagli abitanti del posto. È inutile dire che le condizioni in cui sono stati trovati i cani, erano pessime: malnutriti, con problemi alle ossa e alla vista (non passava molta luce dalla fessura nel muro) e, comprensibilmente, con problemi di comportamento.
La denuncia
L’ANPANA ha mosso una denuncia contro ignoti per maltrattamento di animali. Viene però spontaneo chiedersi se, oltre ai fautori materiali di questi maltrattamenti su cani, non sia responsabile anche chi sapeva e ha taciuto. Per esempio, chi portava loro da mangiare o chi sentiva i lamenti loro lamenti.
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