Il rischio d’abbandono è spesso dietro l’angolo. Sempre di più si sente dire e sottolineare dagli addetti del mestiere, educatori e istruttori cinofili, consulenti nella relazione uomo animale e medici veterinari di larghe vedute, che il cane è un animale sociale e per sua natura necessita di vivere in gruppo, nel suo gruppo familiare che sia esclusivamente “canino” o misto (cane-uomo). Chi crede che il cane abbia bisogno solo di un giardino e cibo nella ciotola sbaglia di grosso.
Lasciare il cane da solo in giardino -l’isolamento sociale – oltre a rappresentare una grave forma di maltrattamento è ora assimilabile ad un reato di abbandono. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione condannando un uomo di Thiene, che non si è occupato del proprio animale da compagnia, l’uomo ora dovrà pagare 2mila euro di multa e le spese di giudizio.
La motivazione di tale condanna risiede nella constatazione, da parte dei giudici, che l’uomo ha inflitto “gravi sofferenze” al proprio pastore tedesco, lasciandolo in cattive condizioni di salute, abbandonato in un giardino lontano dalla casa, con l’aggravante che il proprietario non si era accorto della precaria condizione fisica che affliggeva il proprio cane.
Nel corso del processo i testimoni hanno dichiarato che il cane viveva in uno stato di abbandono all’interno del proprio cortile, non si reggeva sulle zampe, emanava cattivo odore, aveva macchie di sangue, otite e piaghe da decubito nel ventre.
Alla luce di queste dichiarazioni i giudici hanno riconosciuto al proprietario il reato di abbandono e “l’omessa prestazione di cura e assistenza, dovuta ad un comportamento di trascuratezza colposa”.
L’evoluzione del modo di sentire il rapporto con il cane sta portando, fortunatamente, ad una diversa e più attenta sensibilità verso il benessere animale e, anche con questa sentenza, la Corte di Cassazione sta mostrando una giurisprudenza che mira alla tutela gli animali domestici.
Rosanna Capano
© 2017, Rosanna Capano. Riproduzione Riservata