La vista di un cane che gioca, passeggia accanto al suo proprietario o corre libero in un prato, genera in molti belle emozioni.
Immediatamente l’animo si rasserena nella consapevolezza della bellezza della vita nelle sue cose semplici.
Molti però non si accontentano di osservare e, se il cane è a portata di mano, immediatamente si sentono in diritto di accarezzarlo pur senza conoscerlo e fargli un bello “shampoo”, ovvero una prolungata carezza sulla testa che scuote energicamente pelo e orecchie.
Bene, se qualcuno a voi sconosciuto, vi osservasse da lontano e poi venisse direttamente da voi, fermandosi con il suo viso a meno di un palmo dal vostro naso e concludesse il saluto mettendovi le mani sul visto, come reagireste?
In quale stato d’animo vi trovereste? Sareste a dir poco sconcertati, questa emozione può rendere in parte l’idea di ciò che prova il cane nel caso di carezze non richieste.
Se il cane è un tipo tollerante, accetterà le attenzioni inopportune, magari leccandosi il naso più volte, socchiudendo gli occhi e voltando la testa di lato, tutt’altro che per ricevere altre coccole ma per farci capire che quello che stiamo facendo non è in alcun modo gradito.
Se il disagio del cane continuerà a crescere, solleverà il labbro e accennerà ad un ringhio, che ci farà scandalizzare, e se continueremo nella nostra insolente manipolazione potrà arrivare anche a mordere.
In tutto questo avremo fatto capire al cane che se si vuole liberare delle persone fastidiose, la prossima volta dovrà mordere immediatamente, perché la nostra sciocca perseveranza ha lasciato inascoltati tutti i segnali che lui aveva inviato per chiederci di concludere le nostre azioni.
I segnali sopra descritti, sono solo alcuni dei segnali calmanti, rilevati e analizzati negli anni ottanta da Turid Rugaas, rappresentano una serie di segnali che i cani emettono per cercare di riequilibrare una situazione percepita come potenzialmente critica.
Definiti anche come segnali di pacificazione, perché hanno lo scopo di evitare un conflitto o una imposizione corporea, comportamento che determinerebbe un inutile dispendio energetico.
L’emissione di un segnale di questo tipo sta a significare l’intenzione di non voler entrare in conflitto, obiettivo che si raggiungerà ovviamente se l’interlocutore interpreterà correttamente e prontamente la richiesta magari interrompendo l’azione intrapresa che ha provocato il disagio nel cane.
Tutti gli individui, cane compreso, hanno uno spazio personale che li circonda come una bolla. Alcune persone possono entrare in quello spazio, altre no.
Ciò non significa che non dovremmo mai avvicinare una cane, ma semplicemente dovremmo essere attenti ad approcciarlo educatamente, vale a dire che anziché allungare la nostra mano aspetteremo che sia il cane ad avvicinarsi, restando con il corpo morbido, rilassato e le mani lungo i fianchi o in tasca.
Potremmo salutarlo, un pacato “ciao” andrà benissimo perché nel pronunciare il saluto quasi automaticamente sorrideremo socchiudendo gli occhi, evitando così di guardarlo fisso, permettendo al cane di decidere.
Se si avvicinerà per annusarci sarà un segnale positivo, se invece rimarrà sulle sue vorrà dire che per questa volta ha deciso che non ha voglia di conoscerci e per farcelo amico, basterà rispettare la sua scelta.
Rosanna Capano
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