Il cane, il gatto e altri animali da compagnia, diversi da noi nel linguaggio e nel modo di percepire il mondo, si ritrovano a condividere con noi molti momenti, anche se a volte probabilmente si risparmierebbero dal seguirci nelle nostre follie.
Troppo spesso coinvolti nelle nostre vicende quotidiane e trascinati loro malgrado nei centri commerciali, violentati nel loro acutissimo mondo sensoriale, bombardati da odori, rumori, luci e sovraffollamento che caratterizzano i nostri templi dell’acquisto esposti così a violenze subdole perché meno evidenti delle percosse o del maltrattamento da insufficiente cibo o igiene.
Purtroppo non serve attendere il carnevale, periodo appena trascorso fatta eccezione per la proroga meneghina, caratterizzato da feste mascherate, sfilate di carri allegorici e danze, per ritrovarsi spettatori di scene irrispettose per la dignità dei nostri compagni di vita, cani o gatti mascherati, nei loro “cappottini” corredati di taschine e lustrini di nessuna utilità per l’animale.
Se per alcune razze di cani l’uso di capi per riparare dal freddo diventa necessario, corredare tali oggetti con accessori di squisito gusto antropico è del tutto inutile e inopportuno.
Per fortuna in alcuni paesi, la Francia ad esempio, un appello sottoscritto da studiosi di diverse discipline ha stimolato lo sviluppo nelle scuole di un importante programma di “etica animale” volto a favorire il sentimento di empatia e a promuovere così l’apertura verso altre forme di vita.
In Italia gli animali sono ancora largamente ignorati dai programmi scolastici.
Una totale assenza di tutta la questione bioetica legata sia allo statuto morale dell’animale, sia al dibattito recente, nell’ambito dell’etologia cognitiva, sulle capacità animali, le emozioni, la memoria, il pensiero, il linguaggio.
Auspicabile nel prossimo futuro lo sviluppo di un sentimento di concreta responsabilità nei loro confronti, sentimento che ci permetterà di vedere gli animali per quello che realmente sono: esseri senzienti capaci di soffrire e di godere e la cui vita, sta a noi salvaguardare, può essere migliore o peggiore a seconda della condotta umana.
Rosanna Capano
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