Sembra facile, aprire la bocca quando il medico lo chiede, ma se si è bambini, e il dottore in questione è un dentista, tanto facile non è, anzi, si rivela un’impresa quasi titanica!
Ma a volte avviene il miracolo, e allora anche la poltrona del dentista non appare più così spaventosa.
E’ accaduto a Giada, una bimba di 5 anni, affetta dalla Sindrome di Milroy, una malattia rara che causa linfedemi alle estremità del corpo, che proprio non ce la faceva, a spalancare la bocca. E allora, ci hanno pensato Camilla e Biscotto, un barboncino e un golden retriever, a persuaderla.
I due cagnolini, i Dogtor, sono stati addestrati per la pet therapy in ospedale ed hanno affiancato i medici della Dental School del Lingotto di Torino con risultati sorprendenti. Giada, infatti, incantata dai cuccioli, ha aperto la bocca più che poteva e si è fatta visitare, davanti allo stupore dei camici bianchi presenti.
Il professor Stefano Carossa, direttore del Centro di eccellenza per l’assistenza, la didattica e la ricerca in campo odontostomatologico dell’Università di Torino, ha dichiarato: “Prima, era stato praticamente impossibile visitarla. I cani hanno fornito il giusto coinvolgimento, e una simpatica distrazione, per far eseguire tutta la procedura necessaria. Avevo saputo del progetto già attivo per adulti e bambini negli ospedali della Città della Salute e ho letto i risultati interessanti delle ricerche del settore. Allora, mi sono detto, perché non provare anche qui? Spesso abbiamo a che fare con bimbi molto timorosi, anche con problemi cognitivi, che vivono il dentista peggio di ogni altro medico. Questo perché, con la bocca aperta, non hanno la possibilità di lamentarsi come vorrebbero. Si creano così alti livelli di ansia anche solo per una pulizia dentale”.
L’approccio con Giada è cominciato dalla sala d’attesa, dove la bambina ha lavato i denti a Camilla, il golden retriever, e poi li ha a sua volta lavati lei, per mostrare al suo nuovo amico a quattro zampe come era brava. Poi, è entrata nell’ambulatorio insieme al barboncino Biscotto, e lì si è fatta visitare tranquilla, perché con i suoi occhi poteva guardare il muso del cagnolino, docile e premuroso accanto a lei.
Per questo motivo, si spera che questo progetto sperimentale possa diventare una costante non solo nei reparti di terapia intensiva e nelle corsie degli ospedali, ma anche sulla poltrona del dentista.
Vera MORETTI
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