Sembra scontato eppure ancora non lo è e, a giudicare da quanti “bisogni” incontriamo sulle strade, sui marciapiedi e nei prati, la buona educazione non è prassi seguita da tutti i padroni di cani.
Si tratta di semplice senso civico e di decoro, rispettare la città in cui si vive per sé e per gli altri, ma non tutti ce l’hanno. E allora, fanno finta di niente, passano incuranti senza raccogliere ciò che il loro cane ha lasciato. E’ “grazie” a loro se tanti sindaci si vedono costretti ad inibire spazi pubblici, verde compreso, ai cani, per evitare che grandi e piccini facciano “brutti incontri” e siano costretti a non frequentare più i giardinetti sotto casa a causa delle deiezioni degli animali.
Ma c’è chi ha deciso di correre ai ripari e restituire alla propria città bellezza e pulizia, con un’iniziativa che prevede il test del Dna per i cani iscritti all’anagrafe, che renda in seguito facile risalire al cane, e quindi al padrone, che ha lasciato il suo bisogno in bella vista sulla strada.
Il sindaco di Malnate, in provincia di Varese, Samuele Astuti ha deciso per questa drastica soluzione poiché, nonostante campagne di sensibilizzazione effettuate dalle precedenti amministrazioni, non si era ottenuto nulla, quindi ha voluto passare alle maniere forti.
Ad oggi, i cani registrati regolarmente sono 1.500 ma pare che ne manchino ancora tanti. Il Comune, però, non si fa scoraggiare ed è al lavoro per prelevare i campioni mancanti, per terminare l’archiviazione dei dati entro sette mesi.
Vera MORETTI
© 2016, Mondofido. Riproduzione Riservata