Cani in ufficio? Per alcuni la risposta è sì, e non si tratta di piccole ditte familiari, o meglio, non solo!
La notizia, infatti, arriva direttamente dalla Silicon Valley, dove Jen-Hsun Huang, amministratore delegato di Nvidia, non solo permette, ma anche incoraggia che i padroni di cani a portare con sé, sul luogo di lavoro, i propri animali, perché si sentano sempre padroni responsabili.
Huang, infatti, ha dichiarato: “I cani si sentono soli, e un buon padrone deve tenergli compagnia: è la cosa giusta da fare. Io stesso andrei a casa a pranzo per vedere il mio cane”.
Che arrivi da Nvidia stupisce, perché si tratta di un colosso che tutti immaginano rigido ed irreprensibile, ma spesso non è tutto come sembra. E a meravigliare è sapere che, tra il 7% delle aziende che ammette la presenza di cani in ufficio, ci siano anche Google, Salesforce, gli hotel Kimpton e Mars. Insomma, tutti giganti che, a quanto pare, vogliono dare un concreto esempio virtuoso, da seguire da tutti, indipendentemente dalla grandezza dell’azienda.
Nvidia si è dotata di una “pet policy” per rendere la gestione dei cani la più armonica possibile con l’ambiente lavorativo: sempre al guinzaglio nei corridoi, mai dove si mangia, se c’è una riunione qualcuno se ne deve occupare. Se un collega soffre d’allergia, cane e padrone cambiano scrivania.
Inoltre, all’esterno del campus di Nvidia c’è sufficientemente spazio aperto da permettere ai cani di correre e passeggiare senza pestare piedi e zampe a nessuno.
Capita, dunque, di vedere che, accanto alla scrivania, ci sia la cuccia del cane, che per la maggior parte del tempo dorme senza dare alcun fastidio, anzi, mostrando di gradire la sistemazione e anche le coccole dei vicini di postazione.
Vera MORETTI
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