La tragedia della Grenfell Tower, il grattacielo che settimana scorsa è andato in fiamme a Londra, causando la morte di molte persone che vi abitavano, tra i quali i giovani italiani Gloria e Marco, ha sconvolto non solo coloro che hanno perso un loro caro, ma tutti quelli che hanno visto le terribili immagini in televisione o dal vivo.
Ovviamente, i soccorritori accorsi, tanti, tantissimi, hanno vissuto in prima linea quanto accaduto, tanto che, incuranti del pericolo, sono intervenuti e si sono fatti largo tra le fiamme, con la speranza di trarre in salvo tutti coloro che avevano bisogno di aiuto.
Nelle prime ore dallo scoppio dell’incendio, sul posto hanno lavorato alacremente oltre duecento vigili del fuoco, e sono rimasti anche quando si sapeva che sarebbe stato impossibile trovare altri superstiti.
Insieme ai coraggiosi vigili del fuoco, c’erano anche alcuni cani da soccorso, addestrati proprio per questo tipo di emergenze, e che come sempre si sono rivelati dei validissimi aiutanti.
Senza pensarci troppo, hanno ancora una volta usato il loro fiuto per aiutare i loro “colleghi” umani. Dotati di particolari scarpette per proteggere le loro zampe da ustioni o vetri, i cani della LFB, la London Fire Brigade, sono partiti alla ricerca di chi era rimasto intrappolato tra le fiamme.
Il pericolo era davvero elevato, ma, grazie ad un addestramento meticoloso, nessuno ha riportato ferite, anche se, ahimè, questa volta il fiuto infallibile dei cani non ha fatto gridare al miracolo: nell’inferno della Grenfell Tower, del resto, era pressoché impossibile, dopo le prime ore, trovare qualcuno ancora vivo.
Vera MORETTI
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