Chi non si ricorda di Angelo, il bellissimo e sfortunato cane torturato e poi ucciso da quattro ragazzi, a Sangineto, in provincia di Cosenza? Il richiamo mediatico, a seguito del filmato della barbara aggressione da lui ricevuta e ripresa come se si trattasse di finzione, è stato talmente elevato, e l’indignazione così sentita che è quasi impossibile non conoscere questa triste e crudele storia.
Ma, se inizialmente il sindaco di Sangineto aveva cercato di seppellire la notizia dietro le solite affermazioni del caso “Sono bravi ragazzi, si è trattato di una bravata”, si è poi capito che la realtà era ben diversa. A puntare il dito contro i quattro colpevoli non sono stati soli gli animalisti, perché il filmato dell’uccisione di Angelo era così crudo che tutti hanno gridato allo scandalo, e di conseguenza cominciato a chiedere giustizia per lui.
Il 21 luglio scorso, inoltre, era stata organizzata una manifestazione davanti al Tribunale di Milano per protestare contro ciò che era avvenuto ma, soprattutto, per chiedere giustizia e non lasciare i quattro colpevoli liberi e impuniti.
Sabato 8 ottobre ci sarà a Pavia una manifestazione a ricordo di Angelo ma non solo. Abbiamo intervistato Alessandro Mosso, presidente dell’Associazione Animalisti, che ha voluto sottolineare: “Angelo è diventato un simbolo della nostra lotta contro i maltrattamenti nei confronti degli animali. Per un Angelo ucciso, ce ne sono tanti altri in giro per l’Italia e noi ci battiamo per tutti loro”.
Per questo motivo, quando inizierà il processo, l’associazione si costituirà parte civile e chiederà, per i quattro assassini, una pena esemplare, e non la solita ammenda che non porterà a nulla di buono.
Perché? “Esperti del settore ci hanno confermato che chi commette questi reati in giovane età, e non viene punito come si meriterebbe, rischia di diventare ben più pericoloso una volta adulto, e non solo nei confronti degli animali”.
Ciò che viene chiesto, dunque, è una punizione esemplare, che preveda il massimo della pena prevista in questi casi (reclusione da 3 a 12 mesi), o ad un’ammenda da 3.000,00 a 30.000,00 euro.
Sembra che il processo inizierà, con la prima udienza, a metà gennaio, e che i quattro ragazzi chiederanno il patteggiamento. Ovviamente, trattandosi di incensurati, le probabilità che le richieste dei difensori vengano accolte sono elevate. Per questo, le manifestazioni rappresentano un momento di protesta, forse l’unico, affinchè un episodio del genere non venga sottovalutato o addirittura dimenticato.
Come ha sottolineato Alessandro Mosso: “Il nostro slogan è: Difendiamo Angelo per tutti gli Angelo d’Italia”, perché non si ripeta più.
Vera MORETTI
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