Il cane è un animale incline alla vita associata e al branco, di conseguenza il cucciolo deve assimilare le direttive gerarchiche imposte dal gruppo. I piccoli vengono allevati da tutti i componenti, che hanno il compito di seguirlo ed educarlo.
L’organizzazione sociale del branco con relazione piramidale riprende quella del lupo, dal quale discende (Canis Lupus asiatico), aspetto affermato dalle recenti ricerche.
Circa 100 mila anni fa, nel Periodo Paleolitico (età della Pietra antica), il lupo meno pauroso e l’uomo iniziarono la loro convivenza e collaborazione per la caccia. In seguito è avvenuto il processo di addomesticamento.
La struttura gerarchica all’interno del branco è così suddivisa:
– in alto è presente la coppia “Alfa” (dominante);
– a seguire la coppia “Beta” (sottodominante o gregaria);
– più in basso ci sono i gruppi di medio grado;
– ultimo gradino della gerarchia si sono gli individui “Omega”.
Per la coppia Alfa, solo uno dei due cani può essere prevalente, generalmente il maschio. La coppia Beta ha il compito di assistente della coppia Alfa, mentre gli Omega dipendono da tutti gli altri individui.
Il ruolo del cane dominante del branco è molto importante: deve garantire l’armonia nel gruppo e la garanzia delle norme.
All’interno del branco , due cani non possono essere allo stesso livello e uno sarà più prevalente nei confronti dell’altro.
In caso di mancato ordine, una lotta tra i due maschi stabilirà la prevalenza. Questa lotta viene definita aggressione gerarchica.
Generalmente è la competizione che induce il cane a manifestare questa forma di aggressività, per motivi legati alla disponibilità di cibo, all’accoppiamento, ai luoghi di dominanza nel contesto di famiglia, dove normalmente il cane deve riconoscere il padrone come capo-branco.
L’aggressione gerarchica all’interno del branco generalmente si svolge in tre fasi: minaccia, morso e pacificazione.
Nella fase di minaccia, i segnali visivi e uditivi sono il ringhio, sguardo intenso, pelo dritto. Il morso avviene se l’altro cane non si arrende.
La pacificazione conclude il conflitto con una leccatura all’avversario. Questo comportamento non deve essere interpretato come un segnale di pentimento.
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