La distimia viene definita come successioni di cambiamenti di umore (chiamata anche “Timia”, ovvero la condizione psicologica del cane o del gatto in relazione all’umore e alle manifestazioni affettive) e si evidenzia con comportamenti imprevedibili da parte dell’animale.
Questo disturbo, ancora poco conosciuto dai proprietari, presenta momenti di aggressività, comportamenti stereotipati (le stereotipie sono atteggiamenti ripetuti durante la giornata) e distruttivi.
Ad oggi non risultano correlazioni tra il sesso dell’animale e la distimia, anche se nella femmina adulta è probabile che si evidenzino variazioni nel ciclo ovarico.
Le razze più colpite sono il Cocker Spaniel, il Pastore dei Pirenei, Bull Terrier, Dobermann, West Highland White Terrier, Bichon Frisé.
Le cause della distimia possono essere di origine genetica ma anche patologica, come l’ipotiroidismo, la Sindrome di Cushing (elevato ed anomalo livello di ormoni prodotti dalle ghiandole surrenali) e problemi emotivi non adeguatamente valutati.
Nel cane anziano la distimia può essere dovuta a neoplasia cerebrale (formazione di cellule tumorali) oppure a disturbi della vista e dell’udito,
Questa patologia può essere unipolare o bipolare: per quanto riguarda il disturbo unipolare, l’animale alterna momenti di docilità a fasi di agitazione con segnali visivi come sguardo minaccioso e midriasi (dilatazione delle pupille).
Quando il cane soffre di distimia bipolare manifesta momenti di eccitabilità, poi normalità ed infine stato di profonda tristezza.
I proprietari spesso si sentono impreparati di fronte all’anomalo atteggiamento del loro cane che può arrivare a ringhiare e a mordere e devono prestare attenzione quando il cane soffre di bulimia (ingurgita quantità eccessive di cibo), polidipsia (aumento della sete), disturbi del sonno.
L’intervento del veterinario comportamentalista è fondamentale, il quale dovrà studiare le sequenze del cambiamento di umore e la periodicità.
La distimia non è semplice da curare, soprattutto se siamo di fronte a cause genetiche, in ogni caso il veterinario consiglierà terapie per portare l’animale ad uno stato di calma e tecniche per favorire la socializzazione.
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