Non cibo ma buone parole: sembra che la chiave giusta per farsi obbedire dal proprio cane, e per gratificarlo quando segue i nostri ordini, sia usando parole incoraggianti e non croccantini extra.
E se qualcuno aveva dubbi, ora può scacciarli grazie ad un ulteriore studio pubblicato su Social, Cognitive and Affective Neuroscience dai ricercatori della Emory University di Atlanta, negli Stati Uniti.
Il neuroscienziato Gregory Berns ha dichiarato in proposito: “Stiamo cercando di fare luce sulle basi del rapporto tra uomo e cane, per capire se si fonda solo sul cibo o se la relazione ha un valore di per sé. Dei 13 cani che abbiamo preso in esame la maggior parte ha dimostrato di preferire gli elogi del padrone al cibo, o per lo meno li considera ugualmente importanti. Solo due cani si sono rivelati dei veri cacciatori di croccantini, mostrando una forte preferenza per il cibo”.
L’esperimento è stato condotto nei laboratori del Dipartimento di Psicologia dell’ateneo statunitense nell’ambito del Dog Project, il primo programma di ricerca ad aver addestrato i cani ad entrare volontariamente nella macchina per la risonanza magnetica rimanendo immobili senza sedazione o altri tipi di costrizione.
I 13 cani protagonisti dell’esperimento erano stati precedentemente addestrati a riconoscere tre oggetti diversi: un camion giocattolo rosa, associato al cibo; un soldatino blu, a cui corrispondeva un elogio verbale da parte del padrone; infine una spazzola, a cui non era associato alcun tipo di ricompensa.
Ad ogni cane è stato quindi presentato ciascuno dei tre oggetti per ben 32 volte durante la risonanza magnetica, in modo da osservare la reazione nel cervello monitorando l’accensione della regione del nucleo caudato che è associata alla gratificazione e alla motivazione.
Dai risultati è emerso che la visione della spazzola non ha generato alcun tipo di attivazione dei neuroni, mentre il camion giocattolo e il soldatino hanno scatenato reazioni differenti. Quattro cani su 13 hanno mostrato una forte attivazione neuronale in risposta all’oggetto associato agli elogi del padrone, mentre gli altri nove esemplari hanno dimostrato una simile stimolazione cerebrale sia con gli elogi che con il cibo: di questi, due in particolare sono stati più reattivi allo stimolo associato al cibo.
La seconda prova prevedeva invece il percorso di un labirinto, alla fine del quale c’erano due possibili vie d’uscita: da una parte una ciotola di cibo e dall’altra il padrone girato di spalle. I quattro esemplari che si erano dimostrati più sensibili agli elogi hanno percorso il labirinto direzionandosi verso il padrone, mentre i più golosi hanno puntato dritto alla ciotola.
Ha spiegato Berns: “Abbiamo scoperto che la reazione nel nucleo caudato di ciascun cane osservata nel primo esperimento è correlata alla scelta che veniva poi fatta nel secondo esperimento. I cani sono individui e il loro profilo neurologico corrisponde poi alle scelte comportamentali che fanno. La maggior parte dei cani esaminati ha oscillato tra il cibo e il padrone, ma gli esemplari che avevano mostrato una risposta neurale più forte agli elogi del padrone hanno scelto di direzionarsi verso di lui nell’80-90% dei casi. Ciò dimostra l’importanza della ricompensa sociale e degli apprezzamenti al cane: anche lui li percepisce così come facciamo noi quando riceviamo un complimento”.
Vera MORETTI
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