C’è la convinzione, da parte di chi è abituato fin da piccolo ad avere cani in famiglia, di conoscere questi splendidi quadrupedi come le sue tasche ma, in realtà, non è così.
Se, infatti, ciò può valere per quanto riguarda la soddisfazione dei loro bisogni primari, certamente non vale se si tratta di psicologia e di comportamento, perché i cani sono differenti uno dall’altro, non solo a seconda della razza e della stazza: ognuno di loro ha una personalità ben definita, e di conseguenza preferenze ben definite.
Ovvio che vivere a stretto contatto porti ad avere una relazione stretta, quasi di simbiosi, e si impari a conoscere le abitudini dell’altro, ma esistono comunque alcuni aspetti che non tutti considerano.
La tendenza ad umanizzare Fido è sempre forte, e spesso inconsapevole. Ad esempio, quanti sono i padroni che non resistono alla tentazione di abbracciare il proprio cane? Ebbene, se per noi è una chiara manifestazione di affetto, per i nostri animali rappresenta invece un disagio, poiché viene interpretato come la volontà di sottomettere l’altro o comunque di intraprendere una prova di forza, quindi è vissuto come un gesto tutt’altro che benevolo. Che poi il cane sia abituato e tolleri questo comportamento, non lo giustifica!
Errori vengono commessi anche quando si tratta di interpretare alcuni gesti comuni dei cani: i padroni riescono ad interpretarli nel modo corretto solo nel 10% dei casi.
Anche l’approccio con il cane spesso è sbagliato: si tende ad approcciarlo in modo frontale, non gli si trasmette la direzione mentre si passeggia al guinzaglio, ma nemmeno si conoscono le zone dove è meglio accarezzarlo.
Insomma, la comunicazione, che parte da gesti ed atteggiamenti, dovrebbe stare al primo posto per capire davvero il nostro cane, mentre spesso i suoi comportamenti e la sua comunicazione non verbale vengono sottovalutati. Prestandoci maggiore attenzione si scoprirebbero verità inaspettate.
Vera MORETTI
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