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L’autocontrollo? Lo può insegnare anche il padrone

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cuccioli
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Tra i motivi basilari per cui è importante che i cuccioli rimangano con la madre almeno fino al terzo mese di vita, c’è senza dubbio quello che riguarda le regole sociali, che generalmente vengono impartite proprio dalla mamma e dal branco, incluso l’autocontrollo.

Grazie all’esempio che il piccolo riceve dai suoi simili, impara a controllare il morso, a frenare l’impulso all’esplorazione o a fermarsi di fronte a un gioco sfrenato.

Ma ci sono poi alcune forme di autocontrollo che possono essere insegnate dal padrone.
Come si fa? Il padrone deve ovviamente munirsi di pazienza e di tempo, ma soprattutto rispettare i tempi dell’animale, che spesso non coincidono con quelli di noi umani. Ma non c’è altra strada da seguire, perché deve essere proprio lui, il cane, a capire cosa deve fare o non fare per ottenere ciò che vuole.

Ad esempio, negandogli l’oggetto del desiderio quando si comporta in modo indesiderato e riproponendoglielo subito dopo e ripetendo queste azioni finché l’animale non capisce che può ottenere ciò che desidera solo se si comporta in un certo modo, il cane si abituerà gradualmente all’autocontrollo.
Autocontrollo, dunque, significa, per l’animale, contenersi dal fare una cosa perché ha imparato a farlo, scoprendolo da solo dopo ripetute sequenze di azioni che danno o tolgono a seconda di come si comporta l’animale.
Non si tratta, dunque, di obbedire ad un comando, perché tutto avviene senza comunicazione verbale ma, al contrario, attraverso l’osservazione di gesti.

C’è, però, un rovescio della medaglia al quale non bisogna arrivare, perché potrebbe diventare pericoloso per il cane. Se, infatti, si esagera con la pretesa che l’animale sia autocontrollato, questo potrebbe diventare apatico, spento e non provare interesse per nulla. Occorre, invece, rispettare il suo carattere, anche il più esuberante, e non chiedergli l’impossibile, per il suo bene.

Come fare, dunque, per essere sicuri di non esagerare? Semplicemente basta lasciare il cane libero di sfogarsi e sfogare il proprio istinto e tutta la sua esuberanza. Del resto, l’animale deve rimanere tale, e quindi comportarsi seguendo la sua indole.

Vera MORETTI

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