E’ di questi giorni la notizia che ignoti hanno distrutto la statua dedicata ad Angelo, il cane ucciso con vile barbaria a Sangineto un comune italiano di 1.381 abitanti della provincia di Cosenza in Calabria da 4 ragazzi: Francesco Bonanata, Luca Bonanata, Giuseppe Liparoto e Nicolas Fusaro, il 4 Giugno del 2016.
Il monumento era stato inaugurato nel Parco Ravizza del quartiere Monteverde a Roma il 21 gennaio 2017, proprio perché la storia di Angelo e le sevize su di lui perpetrate non restassero un evento impunito e un grido inascoltato.
In Italia a gran voce si chiese giustizia, sia con presidi in molte città, che con pagine facebook come “L’urlo di Angelo” che arrivarono a contare 80.000 fan. La voce di pochi divenne quella di molti e una cosa sola venne chiesta: giustizia.
Giustizia per Angelo
Giustizia che il Tribunale applicò condannando i quattro imputati al massimo previsto dalla legge in questi casi: 16 mesi a cui è stata concessa la sospensione condizionale della pena, ex Art. 163 del Codice Penale, perché incensurati; più il risarcimento al pagamento delle spese processuali e al risarcimento di 2.000 euro a ciascuna delle venti associazioni animaliste costituitesi parte civile nel processo.
Eppure, anche a distanza di 450 km, in un’Italia che tanto aveva fatto per chiedere una punizione esemplare, ecco tornare il vandalismo, che oltre ad essere incomprensibile ci riporta indietro di due anni sui progressi fatti.
Distrutto un simbolo di pace
“Avete distrutto un simbolo di pace e amore. Avete ucciso un’altra volta Angelo. – È quanto denuncia Rinaldo Sidoli, responsabile centro studi Movimento Animalista – Quella statua rappresenta il rispetto della vita affinché non vinca sempre la cultura della violenza e della morte”.
Il leader animalista ha reso noto che è stata già presentata una denuncia presso le autorità competenti.
Fonte Movimento Animalista
Alessandra Curreli
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