Appena passato il Natale, molti avranno avuto l’immenso piacere di accoglie in casa un cucciolo, perché tale scelta si riveli come una buona idea, ri-sottolineiamo nuovamnete che per un buon sviluppo comportamentale del cucciolo sono indispensabili esperienze positive in specifici momenti della sua crescita.
Un carattere equilibrato si raggiunge con attenzione verso i bisogni fondamentali del cane che non si limitano al solo accudimento (cibo e cuccia calda) ma a trasformarci in una guida, un facilitatore d’esperienza per il nostro amico Fido.
Frequentemente l’anomalia comportamentale deriva da una mancata o errata esperienza.
Come per gli esseri umani anche nello sviluppo comportamentale del cane è possibile distingue periodi dello sviluppo mentale. Nel cane si individua un periodo troppo spesso sottovalutato, relativo alla socializzazione, periodo in cui il cane apprende ciò che riguarda il mondo esterno.
Tale periodo viene anche indicato come “periodo sensibile”, momento in cui l’individuo è aperto a ricevere informazioni sui loro compagni sociali (mamma e fratelli di cucciolata) e dall’esterno. Se questo periodo è vissuto in isolamento, allontanamento precoce dalla mamma e dai fratelli, nel caso di adozioni premature al di sotto dei due mesi di vita del cucciolo, o non sono concesse esperienze con il mondo esterno per paura di incorrere in malattie, possiamo stare quasi certi che l’adulto sarà interessato da almeno un problema comportamentale.
Il proprietario impegnandosi in prima persona potrà in qualche modo supportare il suo cane aiutandolo a superare qualche criticità, ma una volta che il cane è cresciuto non si può tornare indietro perché nella vita del cane non esistono altri periodi sensibili come quello che si realizza nei primi mesi di vita. Pur fornendo ad un cane adulto la stessa quantità di contatti per lo stesso tempo, il risultato non sarebbe lo stesso che in un cucciolo.
L’insufficiente o nulla socializzazione nel periodo critico è la principale causa del problema comportamentale, noto a molti proprietari, quale il terrore verso gli estranei o qualsiasi novità anche a livello ambientale.
C’è da dire che il primo periodo sensibile cade intorno alla dodicesima settimana, tempo in cui molto spesso non è ancora concluso il programma vaccinale, qui il proprietario deve fare un’attenta valutazione su quali rischi correre: la certezza (mai totale) di un cucciolo sano come un pesce negando contatti con ambiente e atri cani fino a che non sono stati portati a termine tutti i vaccini, scelta che comporterà molto probabilmente un adulto con qualche problemino, o rischiare?
La valutazione attenta di costi-benefici supporterà nell’effettuare scelte consapevoli.
In fondo per stare tranquilli basterà costruire, con l’aiuto di personale esperto in tandem con il medico veterinario, esperienze in sicurezza.
© 2017, Rosanna Capano. Riproduzione Riservata