Mondofido ha partecipato nei giorni scorsi all’evento “La prevenzione del diabete nell’uomo e nei pet”, che si è tenuto a Milano nell’ambito del ciclo di incontri con l’esperto “Il vet lo sa”. Una serie di momenti che ha l’obiettivo di contrastare la disinformazione sanitaria che circola online, portando alla diffusione di contenuti di carattere divulgativo corretti sui temi della salute animale.
Durante l’interessante mattinata, il dottor Piercarlo Salari, pediatra e nutrizionista, e il professor Federico Fracassi, docente di endocrinologia veterinaria all’Università di Bologna, hanno declinato, ciascuno per le proprie competenze, il messaggio combinato uomo-animale in materia di diabete, umano e veterinario.
Dall’incontro è emerso come il diabete sia una malattia tra le più importanti del secolo e, a tendere, lo sarà sempre di più nei prossimi anni. Un’emergenza non sottovalutata, tant’è che dal 1991 il 14 novembre è la Giornata mondiale del diabete.
Una giornata importante, durante la quale i padroni di Fido potranno essere informati sul diabete canino grazie a incontri di formazione e informazione organizzati da strutture veterinarie. Basta cliccare qui per trovare la struttura e l’appuntamento più vicini.
Da 16 anni MSD Animal Health, grazie al cui contributo non condizionante è stato organizzato l’evento di Milano, punta il proprio focus sul mese del diabete del cane e del gatto: anche loro, come l’uomo, soffrono infatti di diabete.
In questo ambito, il professor Fracassi ha sottolineato come 1 pet su 100 conviva con il diabete, una condizione spesso sconosciuta al proprietario che in questi casi non può mettere in atto tutte le misure necessarie a gestire questa importante malattia.
I sintomi del diabete del cane sono simili a quelli dell’uomo: poliuria, polifagia, perdita di peso e polidipsia. Nel cane si stima che l’incidenza del diabete sia circa dell’1% e che sia molto simile al diabete di tipo I dell’uomo, riconoscendo una patogenesi su base autoimmine.
A soffrire di diabete sono più spesso le femmine (72%) di mezza età (7-9 anni).
Le razze più predisposte a contrarre il diabete sono setter, barboncini, Yorkshire. Il boxer, invece, non si ammala mai. La cataratta diabetica, ha ricordato Fracassi, è la complicanza più comune del diabete nel cane.
Secondo il professore, la gestione del diabete ha ottime probabilità di avere successo se si segue un approccio globale che comprende oltre alla terapia insulinica, la gestione del peso, del regime alimentare e del regolare esercizio fisico dell’animale. E’ necessario chiarire in modo accurato al proprietario dell’animale tutti questi aspetti della gestione del diabete a partire dalla prima visita.
Serve lavorare molto sul proprietario inquadrandone la tipologia, perché un cane diabetico è più impegnativo di un cane non malato: è necessario somministrargli una dose corretta di insulina evitando l’ipoglicemia, deve mangiare e bere più volte al giorno e necessita di attenzioni particolari.
Anche per il cane diabetico, l’insulina è il farmaco di riferimento: il Veterinario stabilirà una dose iniziale di insulina sulla base del peso e del livello di glucosio nel sangue del cane. L’insulina verrà somministrata mediante l’impiego di penne o siringhe “ad hoc” vendute in farmacia. E’ assolutamente importante evitare l’utilizzo delle siringhe da insulina per uso umano in quanto ci potrebbero essere errori nel calcolo della dose di insulina da somministrare.
Sul fronte alimentare, occorre somministrare all’animale la stessa quantità di cibo ogni giorno allo stesso orario; per gli animali diabetici si raccomanda l’uso di diete a basso contenuto di grassi e con una corretta fonte proteica. Per assicurare una dieta corretta è preferibile usare le diete commerciali appositamente formulate per cani diabetici. È bene ricordare che il cane è contento di mangiare sempre le stesse cose, perché abitudinario nel nutrirsi. Variare la dieta è un’esigenza umana, non del cane.
Movimento e sport per i cani fanno bene per abbassare la glicemia, ma devono essere regolari e quotidiani.
In sostanza, ha concluso Fracassi, la prognosi del diabete dipende dalla disponibilità del proprietario: se la malattia è ben controllata, l’aspettativa di vita è pari a quella di un soggetto sano.
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