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Cirrosi epatica del cane: cos’è e come si cura

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Se parliamo di cirrosi epatica nel cane, la mente va immediatamente alla cirrosi epatica umana, la forma terminale di diverse patologie la più frequente delle quali è l’abuso di sostanze alcoliche.

In realtà l’alcool non è la sola causa che porta alla cirrosi epatica, soprattutto considerando che i cani ce l’hanno, ma non sono bevitori: ecco quindi che cosa causa la cirrosi e come salvaguardare la vita del cane che ne soffre.

Cirrosi epatica: cos’è

La cirrosi epatica è la forma terminale, nonché la più grave, di un’altra patologia che è la fibrosi epatica.image2 5

Il fegato è infatti composto da due parti principali: una sono tutte le cellule epatiche, che svolgono tutte le funzioni dell’organo tra cui quella di detossificare le sostanze dannose (alcool, farmaci, sostanze contenute negli alimenti).

L’altra è il tessuto fibroso, che si trova tra una cellula e l’altra e serve ad ospitare i vasi sanguigni.

Quando c’è un danno alle cellule epatiche queste muoiono, e morendo il tessuto fibroso prende il loro posto.

In questo modo maggiore è il danno e maggiore è il tessuto fibroso che prende il posto, fino ad arrivare ad una situazione (quando il danno è continuativo) in cui il tessuto fibroso è così tanto e le cellule così poche da impedire la rigenerazione del fegato.

A questo livello non si parla più di fibrosi epatica (che è un processo normale) ma di cirrosi epatica.

Tra le cause, tutte le malattie croniche del fegato, accumulo di rame, epatiti croniche, farmaci presi per troppo tempo, ostruzioni biliari (calcoli alla cistifellea).

Come aiutare il cane con cirrosi epatica

Il cane con cirrosi epatica mostra dei sintomi così evidenti che il proprietario lo porta praticamente sempre dal veterinario prima di arrivare negli stadi terminali come quello dell’encefalopatia epatica.

Tra i sintomi abbattimento, perdita di appetito, vomito, diarrea, mucose gialle e non rosa, a volte anche cecità e convulsioni.

Purtroppo non esiste una terapia risolutiva per questa situazione, come non esiste nell’uomo, perché la patologia è così avanzata da non permettere praticamente più una cura.

Dall’altro lato, però, si può cercare di salvaguardare la salute del cane evitando quindi il peggioramento.

Così il veterinario prescriverà dei farmaci che correggono i sintomi, mentre bisogna agire con l’alimentazione più idonea, in base alla gravità dei sintomi, per garantirgli una vita quanto più dignitosa possibile.

Essenziale anche sottoporre il cane a esami periodici per valutare se ci sia stato un peggioramento di alcuni sintomi, in modo da poter intervenire prontamente.

Dott. Valerio Guiggi – Medico Veterinario Specialista

(Contatta l’autore: info@valerioguiggi.it)

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