Che il cane sia il miglior amico dell’uomo non è solo un modo di dire, ma un dato di fatto. Un dato di fatto che ora viene certificato anche dalla scienza. Nello specifico, da una ricerca pubblicata su Science Advances che indaga i tratti comportamentali conseguenti alla domesticazione del cane e la sua socialità.
Ebbene, secondo la ricercatrice della Princeton University che ha condotto lo studio, Bridgett von Holdt l’amicizia tra uomini e cani è resa più forte da uno speciale gruppo di geni che essi hanno in comune.
I ricercatori americani hanno analizzato, le differenze genetiche e comportamentali tra alcuni cani e i lupi tenuti in cattività e abituati al contatto con l’uomo. Nello specifico, dal punto di vista genetico gli studiosi si sono concentrati su una regione già nota per essere stata sottoposta a selezione positiva negli incroci di razze canine domestiche e che negli esseri umani, se assente, è associata alla Sindrome di Williams-Beuren, una malattia rara che si manifesta con un comportamento ipersociale.
Un comportamento che, secondo gli studiosi di Princeton, pare essere presente anche nelle caratteristiche della domesticazione che distinguono i cani dai lupi, particolarmente in alcune variazioni genetiche.
Inoltre, sono stati messi alla prova cani e lupi per misurare la loro attitudine al problem solving unita alla loro socialità. Nel test in cui, in presenza o meno di gente, dovevano provare ad aprire una scatola nella quale si trovava una sorpresa, i ricercatori hanno rilevato che i cani erano più attenti dei lupi alle persone.
Ciò a portato a gli studiosi a capire qualcosa in più sui motivi che hanno reso i cani più affini all’uomo dopo secoli di domesticazione.
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