Nel processo contro Nova Entra la Lega Nazionale per la Difesa del Cane ammessa come parte civile insieme a LAV e all’Altra Zampa. Queste le tre associazioni che dall’inizio di questa storia hanno combattuto affinché non si realizzasse, come troppo spesso avviene in queste vicende, la minimizzazione delle accuse mosse a partire dai rilievi fatti dalla dott.ssa Matassa
La vicenda viene alla luce nel 2014, da un’ispezione dell’Unità Operativa del Ministero della Salute. La scoperta in due canili della provincia di Catania, gestiti dalla società Nova Entra, di uno scenario infernale.
Una situazione in completo degrado, condizioni igieniche da incubo, cani magrissimi e in gran parte malati di leishmaniosi mai curata, branchi di 40/50 esemplari tutti insieme nello stesso recinto o rinchiusi in box. Maschi e femmine in gran parte non sterilizzati e cuccioli in grande quantità senza vaccini né sverminati.
L’evidenza di condizioni di maltrattamento sanitario ed etologico cui erano sottoposti i cani ospiti, hanno determinano il sequestro dei canili esaminati. Il rischio di una minimizzazione della gravità della situazione insito nella revoca del sequestro delle strutture ad opera dei Pubblici Ministeri che considerarono infondate le accuse e chiesero l’archiviazione del caso.
La resistenza di Lega Nazionale per la Difesa del Cane che insieme alle altre associazioni ha continuato a combattere per assicurare giustizia e dignità ai cani e interrompere la spirale negativa attuata da quei Comuni – struttura per legge preposta alla tutela degli animali e del loro territorio – che per risolvere il randagismo accatastano i cani in canili privati che nascono e agiscono solo per lucrare sui cani senza proprietario.
La perseveranza ha portato all’ordinanza di imputazione coatta, emessa dalla giudice Gaetana Bernabò Di Stefano, a carico degli indagati per reati che vanno dal maltrattamento, abbandono, associazione a delinquere e truffa.
Il 17 ottobre sarà il prossimo importante appuntamento della vicenda, il giorno dell’udienza preliminare, occasione in cui Lega Nazionale per la Difesa del Cane insisterà per la richiesta di rinvio a giudizio di tutti gli imputati.
Determinazione e volontà di combattere sono gli strumenti per ottenere giustizia, un obiettivo fondamentale proprio perché tra gli imputati compaiono veterinari e dirigenti della sanità pubblica veterinaria, figure che dovrebbero garantire il benessere degli animali.
© 2017, Rosanna Capano. Riproduzione Riservata