Ci sono casi in cui il carcere davvero rappresenta una possibilità concreta di redenzione, poiché riesce a donare una seconda opportunità ai detenuti, permettendo loro di riscoprire il buono e il positivo che avevano dentro.
Un esempio è quello di una prigione del New Jersey, dove i detenuti vengono impiegati in un’attività impegnativa ma in grado di regalare emozioni e soddisfazioni insperate, a chi la compie e a chi la riceve.
E, non a caso, ha a che fare con i cani.
I detenuti, infatti, vengono impiegati per addestrare cani randagi, dunque anche loro provenienti da esperienze talvolta da dimenticare, che poi diventeranno cani di servizio per aiutare i veterani dell’esercito che soffrono di sindrome post traumatica da stress.
Il programma dura 12 settimane e i detenuti che lo stanno seguendo, diligentemente ed attentamente, ne sono entusiasti, tanto che uno di loro, di nome Scott, ha detto: “Questo programma mi sta aiutando a curare la mia dipendenza e anche la depressione. Gli animali ci aiutano ogni giorno e noi siamo in grado di restituire qualcosa alla comunità”.
Ciò che è ancora più positivo è che i detenuti più bisognosi di compagnia possono accudire il cane che stanno addestrando, fino a che sono pronti a farsi adottare dal veterano che stanno supportando.
Il senso del progetto, inoltre, è quello di insegnare ai detenuti qualcosa, oltre che di aiutare i veterani. Uno degli organizzatori, infatti, ha dichiarato: “In questo modo diamo ai detenuti delle competenze che potranno usare una volta liberi, e i veterani beneficiano di questi cani, perfetti per aiutarli a superare sindromi post traumatiche e depressione”.
Questi progetti, oggi, sono sempre più diffusi nelle prigioni americane e hanno molto successo, sia tra i veterani che tra i detenuti, ma anche per i cani è importante: in questo modo animali randagi riscoprono l’amore e soprattutto diventano parte della vita di una persona che ha davvero bisogno di loro.
Vera MORETTI
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