La tubercolosi è una malattia infettiva batterica che rientra nel gruppo delle zoonosi.
In questo caso si parla di zoonosi invertita, perchè è l’uomo che trasmette la malattia all’animale, principalmente ai cani, gatti e bovini, ma può essere diffusa anche da altri animali malati.
Questa malattia è conosciuta da secoli, la provenienza deriva dai Paesi africani e recentemente il numero dei casi è in aumento.
I batteri responsabili della tubercolosi nel cane sono il “Mycobacterium Tubercolosis” e il “Mycobacterium Bovis“.
Tali batteri sono molto resistenti all’interno dell’organismo e l’incubazione può durare anni.
Il contagio avviene per via aerea, localizzandosi nei polmoni, ma gli agenti responsabili possono essere anche le feci di animali malati, come quelle degli uccelli.
I sintomi della tubercolosi nel cane sono vari:
Broncopolmonite cronica, difficoltà respiratorie, tosse, pleurite (infiammazione della pleura, la membrana che avvolge i polmoni), anoressia con conseguente perdita di peso, malattie al fegato, milza, peritoneo (membrana trasparente che avvolge gli organi addominali).
Altri sintomi possono essere febbre, astenia (debolezza e ridotte capacità fisiche e mentali), diarrea, lesioni sulla pelle della testa e del collo, infiammazione delle ossa più lunghe (viene definita acropachia).
La diagnosi viene confermata mediante esami del liquido pleurico e dalla biopsia di un organo con prelievo di una parte del tessuto.
La prognosi è infausta, perchè l’esito di questa malattia può essere fatale nell’arco di 6 mesi.
Le terapie per la cura della tubercolosi a base di antibiotici risultano molto problematiche, in quanto i sintomi si manifestano in modo tardivo.
In casi gravi i veterinari consigliano di evitare il contatto con l’animale malato, che deve essere posto in isolamento per evitare i rischi di contagio, soprattutto per i bambini.
Alcune forme di prevenzione per la tubercolosi sono tenere lontano il cane dagli escrementi di uccelli e il contatto con i bovini ritenuti a rischio.
Nel caso specifico della malattia a zoonosi invertita è l’uomo il rischio maggiore per l’animale, pertanto si dovrebbero evitare le zone frequentate da persone che non rispettano le normali norme comportamentali e igieniche.
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