Lo Stato dell’Alaska fa da apripista su un tema sempre più attuale. E’ infatti il primo ad equiparare la tutela degli animali a quella dei figli nelle cause di separazione e divorzio.
I giudici saranno chiamati a garantire il “benessere” del cane e quindi, proprio come avviene per i minori, stabilirne l‘affidamento all’uno o all’altro coniuge o ad entrambi in maniera congiunta.
Il loro mantenimento, e quindi la loro salute, sarà tutelata da una vera e propria ordinanza del tribunale. La nuova norma, non si limita però a tutelare gli animali all’interno di procedimenti di divorzio, ma pone una serie di obblighi anche in caso di maltrattamento degli stessi. Infatti, in caso di condanna per atti di maltrattamento, il colpevole potrà essere sottoposto ad ordinanza restrittiva per evitare il ripetersi del reato nonchè al pagamento delle spese per il mantenimento del cane in una struttura riabilitativa e presso una eventuale pensione.
Le associazioni animaliste brindano al successo di una norma che ribadisce, ancora una volta, come il ruolo dei nostri amici a quattro zampe sia cambiato nella nostra società, riservando loro il posto di membro della famiglia e come tale da tutelare.
Ripensando agli odiosi fatti di cronaca del 2016, Angelo e Pilù in primis, sarebbe auspicabile un intervento anche del nostro legislatore in tema di tutela della salute degli animali. Tante sono le manifestazioni che a gran voce richiedono una modifica della norma.
Confidiamo che il nuovo anno possa segnare una svolta epocale e si giunga a quel cambiamento che tutti noi aspettiamo per poterci unirce al grido di gioia che oggi si leva dall’altra parte dell’oceano.
Ottavio Bardari
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