Per chi sta progettando un viaggio last minute approfittando delle vacanze natalizie e vuole portare con sé il proprio cane, ma non vuole farsi cogliere impreparato, ecco un piccolo vademecum su ciò che occorre mettere in valigia per non incappare in brutte sorprese.
Ovviamente, il cane deve avere il microchip, inoltre il padrone deve portare sempre la documentazione del vaccino anti rabbia, ma soprattutto il passaporto, che contiene i dati dell’animale, i timbri delle sue vaccinazioni e i trattamenti, e le informazioni sul suo proprietario.
Il passaporto si ottiene all’anagrafe canina, ma solo dopo aver fatto al cane il vaccino contro la rabbia, che in Italia è obbligatorio se si vuole viaggiare all’estero con il proprio animale.
I tempi sono questi: dai 3 mesi in su si può portare l’animale dal veterinario per l’iniezione, poi servono ventuno giorni per la formazione degli anticorpi, e solo dopo questo periodo di tempo è possibile ricevere il passaporto. Il suo costo è di 5 euro se si rimane entro i confini europei, di 8 euro se invece si va fuori dall’Europa.
Il vaccino ha una validità di 11 mesi quindi prima di ogni nuova partenza è sempre necessario controllare che il tempo non sia scaduto.
Il microchip, invece, dovrebbe essere una routine, visto che per legge è obbligatorio applicarlo entro i due mesi di vita del cane, oppure in caso di nuova adozione. Ma, se al contrario questa procedura non è stata fatta, prima del viaggio bisogna recarsi dal veterinario.
Inoltre, molto importante è documentarsi sulle leggi che regolano il Paese in cui ci si sta recando, perché può capitare che ci siano norme diverse dalle nostre.
Ad esempio, in Finlandia il cane trenta giorni prima del suo arrivo deve essere trattato preventivamente contro la tenia, in Sud Africa devono essere testati per alcune malattie, mentre in Giappone i cuccioli possono entrarvi solo dopo i 4 mesi di vita.
In Israele per alcune razze è vietato l’ingresso, come il Pitt Bull e il Bull Terrier, mentre non può varcare i confini della Norvegia lo staffordshire terrier americano e neanche il dogo argentino.
Vera MORETTI
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