I canili spagnoli, le tristemente note perreras, sono conosciute in tutto il mondo per essere luoghi in cui gli animali vengono maltrattati e condannati a morte certa.
I cani che vengono liberati, grazie a blitz di associazioni di animalisti, spesso sono in condizioni pietose, fisiche e psicologiche, e la ripresa è lunga e complessa.
In questo contesto, dal 2010 è attivo il Progetto Spagna, intrapreso dai volontari dell’ENPA, rivolto nello specifico ai levrieri spagnoli, sfruttati senza scrupoli dai cacciatori spagnoli per la caccia alla lepre, e poi, a causa della vita dura e rigida alla quale sono costretti a sottostare, dopo pochi anni, vengono uccisi, impiccati, come gesto di buon auspicio per la stagione successiva.
Quello che a noi appare solo come un’usanza crudele ed inutile, se non che ingiustificabile, per gli spagnoli è una tradizione ma, per impedire questo eccidio, è entrata in gioco ENPA, in soccorso del galgo spagnolo, un cane che, per indole, è silenzioso, elegante, gentile, nobile, affettuoso ed estremamente equilibrato.
Si tratta di una razza estremamente a rischio, considerato l’utilizzo che se ne fa, poiché tutti, anche quelli non considerati idonei, vanno incontro ad un amaro destino: se non sono adatti alla caccia, infatti, vengono abbandonati per strada o portati nelle perreras, dove certo non staranno meglio. E se nessuno li adotta, dopo qualche settimana vengono uccisi.
ENPA si occupa della loro adozione, e sabato 17 dicembre arriveranno in Italia i levrieri che fanno parte del 60esimo viaggio tra Spagna e Italia, con tanto di consegna alle famiglie adottanti e cerimonia di affido aperta al pubblico.
Vera MORETTI
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