Parlare al cane è una pratica diffusa, anche perché la maggior parte delle volte sembra proprio che capisca ciò che gli viene detto.
Ma, occorre ricordare che per comunicare con lui nel modo giusto non bisogna sottovalutare la capacità di osservazione, la mimica e la postura.
Si tratta di sfumature, a volte, che però racchiudono significati che valgono più di mille parole. Come fare a coglierli, dunque? Prima di tutto osservando i nostri amici quattro zampe attentamente, perché con le loro movenze sono davvero in grado di dire tutto ciò che provano, tanto che potrebbero diventare per noi un libro aperto.
La prima conseguenza della corretta interpretazione del linguaggio non verbale è una comunicazione più immediata, e uno scambio tra cane e padrone più sicuro e centrato.
Inoltre, la capacità di osservare ci deve aiutare inoltre a sapere dove è rivolta l’attenzione del cane e se il canale di attenzione alla nostra comunicazione sia, in quel preciso momento, aperto o chiuso. A questo proposito, siamo proprio noi padroni ad avere il canale di attenzione chiuso rispetto ad una modalità di comunicazione diversa dalla nostra abituale.
Anche noi dobbiamo cominciare a fare attenzione alla nostra comunicazione non verbale, perché i cani guardano prima di tutto questa, anche in noi. Proprio perché i cani possiedono un linguaggio mimico, è a questo aspetto del nostro linguaggio che danno istintivamente valore e importanza, prima ancora che a quello verbale.
Ciò significa che i nostri messaggi verbali devono avere una corrispondenza con il nostro atteggiamento e il nostro umore, per non confondere il cane. Se, infatti, gli vengono fatte raccomandazioni affinché stia buono e tranquillo, ma il padrone si agita e mostra di essere tutto tranne che sereno, il cane ne sarà quantomeno confuso, e faticherà a seguire le istruzioni che gli vengono rivolte.
Vera MORETTI
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