L’avevamo già accennato tempo fa, ma sembra che il fenomeno, nel frattempo, stia dilagando ulteriormente.
Sono sempre in aumento, infatti, i casi di rapimento di cani, che vengono sottratti ai loro legittimi padroni per passare nelle grinfie di individui senza scrupoli che spesso fanno parte di organizzazioni criminali.
A seconda della razza che viene “puntata”, le vittime del dognapping vengono destinate al traffico di cani da combattimento, o da avviare all’accattonaggio. Se poi si tratta di cani di razza pregiata, viene addirittura chiesto un riscatto, oppure entrano nel traffico degli animali da compagnia di lusso, venduti a cifre da capogiro.
Ma ci sono anche quelli che diventano cani da laboratorio, dove si pratica anche la vivisezione.
In Italia, a finire in questi loschi giri sono circa 17mila cani, soprattutto nelle zone di Roma e Lombardia, con un picco di cani rapiti di circa 2000 esemplari in particolare nelle province di Milano, Varese e Como.
Inutile illudere i padroni: i cani che fanno ritorno a casa sono pochissimi, anche perché solo il 3% dei rapimenti viene denunciato e il 15% dei casi è considerato semplice smarrimento.
Nonostante il fenomeno stia diventando sempre più serio, il furto di animali non rientra fra i reati censiti nella banca dati delle Forze di Polizia, come invece accade per le automobili.
Esistono riscontri cartacei delle denunce presso i vari comandi, ma non venendo inseriti nel sistema l’autorità non possiede un dato statistico che consenta l’analisi del fenomeno. Né tanto meno esiste una specifica banca dati comune alle varie Forze dell’ordine, generalmente sprovviste di lettore di microchip e ben di rado inclini a indagare sul singolo episodio.
Ciò che viene consigliato, dunque, è di evitare di lasciare incustoditi i propri animali e non perderli di vista quando li si porta a spasso, neanche quando li si dovrebbe lasciare fuori dai negozi legati a ganci esterni. Ora che il regolamento di Tutela degli Animali permette ai cani di accedere negli esercizi commerciali, non sarà più necessario lasciare Fido fuori, e quindi non si rischierà di non trovarlo al proprio ritorno.
Vera MORETTI
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