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Condannato cacciatore che usava il collare elettrico sui suoi cani

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maltrattamento
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Un cacciatore parmense è stato condannato al pagamento di 10mila euro di multa per aver fatto indossare ai suoi tre cani il collare elettrico e, in aggiunta, il giudice ha disposto che l’uomo paghi all’Enpa un risarcimento di 4mila euro e le spese legali.

Il cacciatore era stato fermato da due guardie ecozoofile durante una battuta di caccia alla lepre e durante il controllo ha attivato il collare elettrico per evitare che i suoi cani fuggissero. Ma ciò ha provocato malesseri ai poveri animali: uno ha cominciato a guaire sofferente e un altro p addirittura stramazzato al suolo.

Ovviamente, il reato per il quale era stato accusato è di maltrattamento di animali, previsto dall’articolo 544 tre del codice penale e punito con la reclusione fino a 18 mesi o con una multa fino a 30mila euro.

Per quanto riguarda i collari elettrici, in Italia la giurisprudenza si è espressa in modo a volte controverso, perché la vendita del collare elettrico è ammessa nell’ambito dell’addestramento ma la Cassazione, in una sentenza del 2013, lo ritiene incompatibile con la natura del cane.
In questo caso sarebbe stato utilizzato per provocare un intenso dolore agli animali tramite puntali che danno una forte scossa elettrica alla gola del segugio.

Non si tratta dell’unico episodio che ha visto implicato un cacciatore accusato di maltrattamento di animali. Un altro episodio si è verificato a Spoleto, dove la Guardia Forestale ha denunciato un uomo per detenzione di cani che versavano in condizioni di grave sofferenza.
Denutriti, senza acqua e senza cibo, rinchiusi in un carrello da trasporto, i cani sono stati tratti in salvo e affidati al canile comunale.

Dopo questo ritrovamento, la Guardia Forestale di Foligno ha effettuato dei controlli ed è stato scoperto che a questa persona erano intestati ben 35 cani. Casualmente, il giorno dopo lo stesso uomo si è recato all’anagrafe per denunciare la morte di tutti e 35 i cani, annegati, secondo il suo racconto, mentre rincorrevano un cinghiale.

Ovviamente, sono state aperte alcune indagini, che faranno emergere una verità sicuramente differente.

Vera MORETTI

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