Rosanna Capano, educatrice cinofila certificata ThinkDog / Associata FICSS e cofondatrice del sito BauWow.it, ci aiuta a capire come gestire un cane problematico. Oggi parliamo di aggressività predatoria.
Il cane è un predatore, e riuscire a mantenere questa motivazione, questa spinta, è una garanzia della sopravvivenza stessa dell’individuo e della specie.
Il movimento attira e catalizza l’attenzione del cane, per questo se vogliamo destare l’interesse del nostro cane assopito o annoiato basterà fare qualche scatto.
Lo schema predatorio viene scatenato da una animale o un oggetto in movimento: infatti, se la preda rimane immobile, i gatti ne sanno qualcosa, il cane è inibito e non attacca. Quando il cane raggiunge la sua preda fa un balzo in avanti, senza ringhiare o minacciare in altro modo, salta sulla preda stessa con aggressività e con l’obiettivo di ucciderla.
L’anomalia si realizza quando tale atteggiamento di aggressività è rivolto verso bambini, ciclisti, automobili…
In questi casi la corretta gestione della situazione risiede nella vigilanza e nella prevenzione, vale a dire che se sappiamo che il nostro cane non ha elaborato le giuste competenze di gestione della situazione di aggressività, bisognerà evitare di lasciarlo in tali situazioni.
E poi bisognerà lavorare, sempre nel pieno rispetto dell’individuo cane, ricordando che non è semplicemente stimolo-risposta, ponendo l’accento sull’importanza delle attività che incentivano la calma e la riflessione piuttosto che la reattività e l’aggressività, lavorare sulla socializzazione e sulla familiarizzazione delle situazioni che creano disagio, ricordando sempre che ogni momento è buono per affrontare questo lavoro, dal cucciolo al cane adulto: la differenza è solo nel tempo necessario.
© 2016, Mondofido. Riproduzione Riservata