Ci sono gli alberghi pet friendly e anche quelli pet free, dove non possono entrare neppure i cani guida che accompagnano le persone non vedenti.
Sembra assurdo, e incredibile, eppure è accaduto: una signora pugliese, non vedente, mentre stava prenotando un soggiorno presso un hotel quattro stelle di Rimini, il St.Gregory Park Hotel, si è vista rifiutare la disponibilità quando ha informato l’albergatore che sarebbe arrivata sul posto insieme al suo cane, del quale non può fare a meno, perché rappresenta i suoi occhi e il suo indispensabile punto d’appoggio.
L’episodio, a dire il vero increscioso e ben lontano dall’essere definito civile, è stato riferito anche all’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti (Uic), che ovviamente ha voluto intervenire ricordando che la legge prevede che il cane guida accompagnatore di una persona cieca può entrare in tutti i luoghi aperti al pubblico, senza esclusione alcuna.
Ma la politica aziendale che regola l’hotel dove Patrizia, questo il nome della donna, voleva soggiornare non prevede l’entrata di animali nella sua struttura, senza nessuna particolare concessione e senza nessuna tolleranza.
E quando la signora ha specificato che si trattava di un cane guida, l’addetto alle prenotazioni non ha assolutamente cambiato atteggiamento ma, anzi, si è limitato a consigliare un albergo lì vicino.
A nulla è servito l’intervento di Mario Barbuto, presidente nazionale dell’Uic, il quale ha sottolineato che si tratta di una legge approvata e applicabile, senza dimenticare che qualsiasi limitazione rappresenta una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti di persone che, invece, desiderano più di tutto essere libere ed indipendenti.
Ma dall’hotel non hanno fatto un plissé, ribadendo di essere una struttura pet free e quindi non è previsto l’ingresso di nessun tipo di animale: “A tutti i potenziali ospiti che ci richiedono di poter portare con loro degli animali, rispondiamo negativamente senza aggiungere altro. Nel caso del cieco richiedente, oltre a rispondere negativamente, abbiamo provveduto a segnalare una struttura limitrofa che offre gli stessi servizi, dopo averla contattata e aver concordato lo stesso prezzo nonostante avesse costi diversi nel periodo desiderato”.
E non è tutto: per attestare ancor meglio la sua posizione, nel comunicato dell’albergo si legge anche che i clienti, spesso affezionati e quindi abituali frequentatori, sono ormai abituati ad essere accolti in un ambiente pulito e privo di residui di animali, come i peli, spesso responsabili di allergie. Nessuna concessione dunque per una persona non vedente. Le esigenze di 150 clienti sono più importanti rispetto a quelle di un cliente solo, dirottato senza rimpianti in un’altra struttura, forse più informata sulle leggi e sul significato di parole quali “rispetto” e “civiltà”.
Noi di Mondofido ci chiediamo anche se davvero i clienti di questo hotel avrebbero mal tollerato la presenza di un cane guida, considerando che serviva a garantire l’incolumità, la sicurezza e la serenità di una persona che, come loro, sarebbe stata ospite per trascorrere una vacanza rilassante e riposante.
Ma dal Comune di Rimini non l’hanno presa bene e certamente non sono d’accordo con quanto affermato da chi ha rifiutato la prenotazione della signora.
Il vice sindaco, Gloria Lisi, ha infatti dichiarato: “Mi auguro si tratti di un semplice, gigantesco equivoco che, come tale, dovrebbe essere chiarito immediatamente, magari con una bella lettera di scuse. Se così non fosse si tratterebbe di un episodio molto grave, del tutto fuori luogo e fuori scala rispetto a quella cultura dell’ospitalità assoluta, universale che la nostra terra ha sempre espresso, facendone una chiave per capire il mondo e per costruire un modello di sviluppo ultradecennale e capace di garantire ricchezza e prosperità”.
Lisi ricorda che proprio a Rimini la sezione provinciale dell’Unione Italiana dei Ciechi ha organizzato innumerevoli corsi di formazione per illustrare ai gestori delle strutture ricettive tutte le novità legislative, a partire dalla legge sui cani guida. La vicesindaco si augura che la vicenda si risolva, ma in caso contrario, “il Comune di Rimini interverrà con tutti i mezzi previsti dalle leggi e dalle normative per riparare a un episodio incivile e vergognoso”.
Vera MORETTI
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