I cani anziani, se rinchiusi nei canili, hanno poca speranza di essere adottati e, che si tratti di una vita o di pochi mesi, fa male vederli rinchiusi in una gabbia. I primi perché non hanno mai conosciuto il calore e l’amore di una vera famiglia, i secondi perché, dopo l’affetto e la fedeltà riservata al padrone, si ritrovano soli e sperduti senza saperne il motivo.
Ma, quando un possibile adottante si reca in un canile, difficilmente il suo sguardo si posa su di lui, poiché preferisce portarsi a casa un cane più giovane, giocoso e vivace, se non addirittura un cucciolo.
Ed è proprio qui, quando la speranza anche più remota se ne va, quando si ha la certezza che il miracolo non avverrà e che quel cane che ha ormai superato i suoi anni migliori rimarrà e morirà nel canile, che interviene Elisa Graziosi, educatrice canina della provincia di Bologna, già padrona di tre cani, tra cui Gemma, e si porta a casa lo sfortunato di turno, e assiste alla sua magica trasformazione.
Il progetto Grazinvecchiando prevede proprio questo: lo stallo temporaneo di un cane considerato vecchio, per età, ma non sempre di indole, con l’obiettivo di farlo adottare.
“Vedere un cane in casa, dove può godere di spazi più grandi ma soprattutto di maggiore attenzione e tranquillità, aiuta l’adottante a capire meglio la sua indole, e rendersi conto se davvero può diventare il suo padrone. La situazione del canile, al contrario, sfalsa il giudizio e non permette di far uscire il meglio del cane”, ci ha detto Elisa.
L’esperimento era cominciato con Quercia, un cane anziano che, però, si è scoperto non sarebbe vissuto a lungo, a causa di metastasi in tutto il corpo. “E’ morto dopo un mese e mezzo che stava con me, ma mi ha donato tanto e, credo, ha ricevuto tanto”.
Dopo un’esperienza così triste e drammatica, ne è seguita una a lieto fine, con l’adozione di Mosè, ora cane fortunato con una famiglia che gli vuole bene, e adesso ospite di Elisa è Bim, una cagnolina di 14 anni buonissima e dolcissima.
L’unica certezza, per questi cani, è che non torneranno indietro, non conosceranno più nessun canile ma, fino alla fine dei loro giorni, abiteranno tra le salde e calde mura di una casa. Che sia casa Graziosi o un’altra, poco importa, anche se Elisa sarebbe ben lieta di annunciare al più presto l’adozione a buon fine di Bim.
“Quando un cane che ha sempre vissuto in un canile viene accolto in una casa, può finalmente far uscire la sua indole, che a volte, nonostante il lavoro di noi volontari, rimane nascosta. Ma capita anche che un cane, appena varca la soglia di casa, cerchi un angolo tranquillo dove dormire. Non ci abbiamo mai pensato, ma per loro il canile rappresenta un luogo in cui il silenzio è pressoché inesistente e il sonno viene inevitabilmente interrotto. La stessa sensazione che proviamo noi quando torniamo a casa dopo giorni in ospedale”.
Vera MORETTI
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