Continua il percorso con Rosanna Capano, educatrice cinofila certificata ThinkDog / Associata FICSS e cofondatrice del sito BauWow.it, sulla corretta introduzione di un nuovo cane nella nostra famiglia. Oggi parliamo di carattere dominante.
Ho la sensazione che ultimamente stia tornando in voga il termine “dominante” per spiegare alcuni atteggiamenti del cane di famiglia.
Molte persone continuano a etichettare alcuni comportamenti, l’insubordinazione ad esempio, come la diretta conseguenza di un carattere dominante e aggressivo, come se l’unico obiettivo del cane che condivide con noi spazio e tempo fosse quello di dominarci, comandarci, esercitare il controllo su di noi, essere lui il capo branco.
Da questa convinzione purtroppo derivano tutta una serie di fraintendimenti e cattive interpretazioni degli atteggiamenti canini, ancora oggi ci si ritrova a vedere cani che vengono scossi per la collottola o “schienati” per fargli capire chi è che comanda.
Dichiarare un cane “dominante” è la scelta più comoda, la giustificazione, per basare il percorso educativo sull’imposizione fisica e per legittimare l’uso di strumenti e mezzi obsoleti, irrispettosi e dannosi come ad esempio il collare a strangolo, deleteri per la salute del cane, inaccettabili se l’intenzione è costruire una relazione sana ed equilibrata.
Basare l’educazione sulla punizione, sul controllo, su una eccessiva assertività mettono l’individuo che le subisce in uno stato emotivo negativo e fortemente stressante, tali emozioni si legano alla rappresentazione che il cane ha del suo proprietario e per estensione degli umani.
I cani sono animali sociali, come noi instaurano delle relazioni e da queste relazioni possono derivare dei privilegi, ma tali privilegi non hanno nulla a che vedere con la prevaricazione o con l’aggressività.
Una relazione di Amicizia non ha nulla a che vedere con la leadership, il comando e la violenza.
© 2016, Mondofido. Riproduzione Riservata