Si dice che, per stabilire quanti anni ha un cane, occorre moltiplicare per sette. Ma, davvero possiamo fidarci di questa teoria?
Se, infatti, finora abbiamo fatto tutti questo calcolo, c’è chi, invece, suggerisce di fare un conteggio diverso, che, però, ha poco a che vedere con la matematica.
Un cucciolo di circa un anno, infatti, con la sua vivacità e la voglia sfrenata di conoscere il mondo, può essere paragonato ad un tredicenne, considerando che lo sviluppo cognitivo di un cane è concentrato essenzialmente nel suo primo anno di vita.
Per questo motivo, risulta pressoché indispensabile abituare il cane, fin da piccolissimo, ad uscire regolarmente, per dargli la possibilità di conoscere e convivere con il mondo esterno. Nel primi mesi di vita, infatti, i cuccioli sono aperti ad ogni stimolo e, quindi, ad ogni esperienza possibile, che poi potrà ripetere in seguito perché collaudata.
Questo potrebbe essere un buon espediente per arginare le sue paure, che cominciano ad apparire al quarto mese di vita.
Ma non è tutto, perché anche i cani, come gli adolescenti, attraversano una fase di ribellione, che inizia a sei mesi e continua fino a quasi il compimento dell’anno di età. Ma, proprio come accade ai teenager, anche per i quattro zampe si tratta di una fase transitoria.
Il passaggio all’età adulta è repentino e molto evidente, poiché il carattere si stabilizza e la vivacità si smorza, ma senza perdere smalto e curiosità.
Anche la terza età del cane è facilmente riconoscibile, anche visivamente: aumento di peso, metabolismo lento, e i primi acciacchi, che possono portare a problemi cardiaci e respiratori.
Tra gli 11 e i 12 anni, il cane arriva all’ultimo stadio, con problemi sempre più gravi ed irreversibili, come demenza, insonnia e disorientamento.
Vera MORETTI
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