Sembra si tratti di una lotta contro i mulini a vento: per un cane che viene adottato e quindi allontanato definitivamente da una vita randagia, o costretta in un canile, un altro è destinato ad essere abbandonato e coprire quel posto lasciato “vacante”.
L’estate poi “dona” alle strade e ai vari rifugi sparsi per l’Italia sempre nuovi arrivi, vittime della crudeltà dei padroni, che si stancano dei loro amici (che forse proprio amici non erano) a quattro zampe, e decidono di partire per le vacanze alleggeriti da un “peso”.
AIDAA ha denunciato che, solo per questa estate, i cani a rischio di abbandono sono 200mila, molto più degli scorsi anni, che andrebbero ad aggiungersi ai 700.000 cani randagi già presenti su territorio nazionale e agli altri 200mila che sono ospiti di canili e rifugi pubblici e privati.
Le motivazioni sono sempre le stesse: l’estate che avanza e i padroni che, stancatisi di avere un cane al seguito, magari perché non più cucciolo, o troppo esuberante, o troppo impegnativo, abbandonano l’animale come fosse un giocattolo rotto. Ma ci sono anche le persone anziane che, con l’avanzare dei loro acciacchi e delle loro problematiche, sono costrette a rinunciare alla compagnia del loro amato e fedele amico a quattro zampe e lo riportano in canile.
Ciò che davvero allarma è che il fenomeno, fino a poco tempo fa circoscritto alle regioni del sud, dove il randagismo è una vera e propria piaga, sta tornando a diffondersi anche in Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e Trentino Alto Adige, regioni dove la problematica era quasi risolta.
Lorenzo Croce, presidente di AIDAA, ha dichiarato: “I segnali sui cani entrati in canile negli ultimi mesi non sono incoraggianti. Ovviamente ci auguriamo che si tratti solo di una sensazione ma il rischio è dietro l’angolo, la crisi economica certo non aiuta ma la cosa più grave è che quest’anno sono a rischio anche le cosi dette razze di piccola taglia e credo che su questo rischio non ci sia da chiudere gli occhi ma di lavorare tutti assieme sul territorio sia per la prevenzione e per il recupero. Come si risolve il problema del randagismo? Con un piano nazionale di sterilizzazione che veda impegnata insieme la veterinaria pubblica, privata e quella militare“.
Vera MORETTI
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