Ultimamente si è parlato tanto di Torino come città pet friendly, perché, tra le iniziative dedicate esclusivamente ai cani, era stato segnalato il primo studio dentistico presente in Italia dedicato solo a cani e gatti.
Ma non solo: Enpa, infatti, nella città della Mole, organizza nel suo rifugio incontri speed date tra cani ed aspiranti padroni, per favorire le adozioni e cercare, nel minor tempo possibile, di capire se la bestiola abbandonata potrebbe amare il suo ipotetico padrone oppure no.
Insomma, lo spazio e i progetti dedicati a Fido & Co. sono tanti ma, nonostante ciò, la Asl 1 ha emanato una nuova ordinanza, che impone agli animali domestici di rimanere fuori dai supermercati. Proprio ora che Conad, in molti dei suoi punti vendita, permette l’ingresso dei cani, con tanto di posto sul carrello, questo provvedimento pare proprio che rappresenti un passo indietro.
Ma all’Asl 1 rispondono che non si tratta altro che di applicare una normativa europea, quindi i margini per veder scomparire il cartello di divieto appena affisso, ora non ci sono.
Finora, a Torino, dopo la modifica dell’articolo 23 del regolamento sulla tutela degli animali, i cani – 86mila quelli registrati – potevano entrare quasi ovunque, compresi pubblici esercizi e supermarket.
Il Comune, dunque, vuole Fido fuori da ospedali, case di cura e scuole ma, con il divieto Asl, tutto cambia ancora una volta. Anche se, come dice Marco Bravi, presidente Enpa Torino: “Il problema vero non sono i cani, ma i loro padroni. La nostra è una città attenta agli animali. Noi siamo i primi a sconsigliare di portare i cani al supermercato: sull’altro versante abbiamo avviato da tempo una sensibilizzazione dei commercianti e la risposta c’è stata. Purtroppo casi isolati possono causare divieti per tutti”.
Vera MORETTI
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