Continua il percorso con Rosanna Capano, educatrice cinofila certificata ThinkDog/Associata FICSS e cofondatrice del sito BauWow.it, sulla corretta introduzione di un nuovo cane nella nostra famiglia. Oggi parliamo dell’importanza di considerare il cane un individuo e non una razza.
Gli incroci per ottenere razze con caratteristiche che sempre di più soddisfacessero le nostre necessità e ambizioni, le forzature che di giorno in giorno gli facciamo vivere sacrificandolo in contesti non naturali, il poco tempo che gli dedichiamo e gli addestramenti in cui lo coinvolgiamo per fargli svolgere compiti precisi, hanno fatto dimenticare la vera essenza del cane e spesso non lo capiamo più.
Il cane non è la razza, il cane è l’individuo. E osservandolo dobbiamo tener presente la diversa essenza della azioni che lui compie: da quelle dettate dalla sua natura di cane, a quelle che gli sono imposte, richieste o insegnate da noi.
MALINTESI
Nell’attimo esatto in cui il nostro cane varca per la prima volta la soglia di casa, ci preoccupiamo di stabilire chi comanda, dimenticando che la gerarchia intesa come CAPO e SOTTOPOSTI con ruoli ben definiti è tutta umana, mentre per il cane, la guida è colui (cane o umano che sia) che offre l’esempio e di fronte a una situazione è in grado di affrontarla e risolverla al meglio.
LA NUOVA PROSPETTIVA
La gamma delle emozioni che il cane, il nostro cane, suscita è molto ampia: dalla tenerezza, al fascino, all’affetto, fino alla paura. E se improvvisamente loro mordono o abbaiano, immediatamente li giudichiamo aggressivi o ostili senza tener conto del contesto o delle circostanze in cui l’evento si è realizzato. Spesso l’ostilità dimostrata dal cane è il frutto di scarse relazioni, di solitudine, di spazi inadeguati per muoversi o dell’uso di strumenti dannosi come il collare a strangolo.
Fermiamoci a comprendere il loro comportamento, proviamo a capire quale emozione sta percependo aiutandolo a viverla al meglio, e adoperiamoci per migliorare/modificare la nostra relazione con lui.
CANE OBBEDIENTE Vs CANE COMPETENTE
Ma allora cosa dobbiamo insegnare al nostro cane? Dobbiamo educarlo ad essere ubbidiente!
Obbedire significa “eseguire gli altrui comandi” e il cane “obbedisce”, quando riusciamo a spiegarci bene e senza malintesi, per accontentarci. Ma l’obbedienza stona con l’idea di amicizia che ci ha spinto a condividere la nostra vita con cane. Inoltre i “comandi” insegnati rappresentano abilità già proprie del cane che sa sedersi, sdraiarsi a terra…
Il fulcro centrale del nostro lavoro sarà quindi fornire e accrescere, laddove siano già presenti, le competenze del cane, offrendo gli strumenti per convergere e andare insieme verso un obiettivo comune, riportando l’attenzione sull’individuo aiutando umani e cani conviventi “il branco misto” alla comprensione reciproca per raggiungere una convivenza equilibrata e appagante.
Per questo, per me, educare un cane è non chiedere nulla, ma offrire la propria amicizia e ricominciare a giocare con loro per il puro piacere di farlo.
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